La ruga

scritto da Emy Sun
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Testo: La ruga
di Emy Sun

LA RUGA.

È lì. Mica la posso togliere.
L’ho vista stamattina alla luce del sole e da maleducata, non l’ho voluta salutare.
Non l’avevo di certo invitata a stabilirsi proprio lì, spaparanzata alla destra del mio naso.
Oggi proprio non gira, non è giornata!
Mi dà fastidio il ticchettio dell’orologio, chi gli ha raccomandato di scandire il tempo?
Il tempo che passa è fastidioso, chiassoso.
Fosse almeno di natura discreta, avesse la delicatezza della brezza…no, tic tac tic tac, ci tiene ad essere precisino, a farsi sentire.
Quando poi s’inoltra nello spazio e s’impossessa di una parte solo tua, lo è ancora di più.
Sapevo che lo spazio-tempo nascondeva una fregatura, altro che curvatura.

La guardo di nuovo e non se ne va. Non è un segno del cuscino, anche se ho dormito gran male.
Fosse semi-invisibile, almeno. No, sarà lunga 3 cm. L’ho misurata mentalmente, lo ammetto.
La macchina del tempo del pazzo Alexander H. ha fatto il suo scalo, lasciandomi il segno del suo passaggio. S’è pure rotta e va solo nel futuro, indietro non torna più.
Cercando consolazione, ho pensato alle parole di un’amica. Lei dice che ogni singola ruga ha una storia da raccontare. Già, una storia. Mi chiedo se è una storia dell’orrore, dell’errore o d’onore, oppure di dolore, d’amore o di colore, magari racconta del calore del Sole?

Mi riguardo e la riguardo, prendo coraggio e glielo chiedo, ma lei s’imporpora! Pure una ruga timida m’è capitata. D’altronde se s’incunea in una faccia come la mia, non può che essere timida.
"Ben ti sta", penso tra me e me, "non sarai mai la ruga di Sua Maestà. Dovrai accontentarti di campi d’erba e cieli tersi, di qualche fiore e sì…anche di vitali compromessi." Povera, gran male è capitata… quasi mi fa tenerezza.

Poi mi dice che è nata all’improvviso, che se si trova lì, tra il naso e la fine delle labbra, è per colpa di un cedimento del paradiso.
Il giorno dell’equinozio d’autunno, la Santa Cicogna Rugosa che volava a velocità sostenuta nel mezzo cielo dell’età mediana, s’è scontrata con il gufo-diavolaccio del prosciutto negli occhi.
Ha mollato il malloppo di botto e nel mio naso ha trovato conforto.
Insomma, dice che non è proprio un aborto, che alla fine il posto era giusto, che il tempo era propizio, che non voleva insediarsi quando già ero all’ospizio.

M’implora. M’implora di tenerla.

E io già stavo pensando di oscurarla, di plasmarla a mio piacimento con kg e kg di creme miracolose, d’oli essenziali portentosi e rimedi vari rimpolpanti…ma…ora il coraggio chi ce l’ha?
Mi guarda e sembra sorridere, spostandosi ancora più a destra.
Mi racconta che porta un messaggio stagionale, un cenno d’ingiallimento e di foglie multicolori, uno spirare freddo di vento ma cieli più tersi, sole che non s’arrovella e migrazioni in lidi limpidi, in acque placide.
Sembra paradisiaco. La tengo, ho quasi deciso per il sì.

Poi mi smezza il sogno a metà, dicendomi che l’ho addestrata io. È la ruga dei mancati sorrisi.
Quasi mi rimprovera, dice che sarebbe stata più carina, se io avessi sorriso di più.
Che impertinente! Ma non son permalosa e beh, se guardandola mi ricorderò di sorridere spesso, solo per stanarla dalla sua immobilità, avrò uno scopo in più.
Ok, ho deciso, la tengo!

Dopotutto è una ruga che ancora sussurra, potrà farmi compagnia nelle notti insonni e le farò conoscere il mio mondo silenzioso, giorno dopo giorno.

 

 

La ruga testo di Emy Sun
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