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Dannata sei, morte,
che vieni e ti appropri di tutto ciò che è mio.
Non mi ascolti, mi sfuggi,
mentre ogni giorno ti invoco: prendimi.
Dannata sei, vita,
che mi neghi la pace.
La gioventù, dipinta così bella,
a me non appartiene.
In dono me l’hai data,
così crudele, che mi chiedo se non sia
altro che una beffa amara.
Io esisto, respiro, penso—
e tra queste tre,
mi chiedo quale sia la peggiore.
Spezza questo esisteza, vita,
lasciami nel silenzio, morte.
Ferma i battiti lenti,
strappa via il respiro,
lascia i miei pensieri sulla sola carta,
ché nulla ho da dare al mondo,
e il mondo nulla ha da dare a me.