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"Paura nella città"
Il sole sfiora la terra
e disegna sulle giovani fronti
petali aperti al futuro.
Le amiche sono vento chiaro,
il loro sorriso, suono di acqua cristallina,
innocenza che non pesa.
Ma nel cielo immacolato
qualcosa s’incrina.
Una crepa invisibile
divora la luce.
Il silenzio si tende
lo spazio vibra.
Uno sguardo che non ha volto
trapassa la pelle,
scolpisce confini,
ruba il respiro.
Mappa i corpi
come terre da conquistare,
Le anime violate
ridono, ancora più forte
per ingannare l’ombra.
Ma l’ombra
non conosce misericordia.
Il cuore si fa tamburo di guerra.
Le mani tremano come foglie d’inverno.
La voce
un sottilissimo vetro, si spezza.
«Mamma, papà… ho paura.»
La fuga è spontanea
In un rifugio nascosto
Il respiro attende
un nome di salvezza.
Negli occhi rimane impresso
il suo volto, il suo misero sguardo.
Maledetto.
Perché la luce della loro libertà
deve piegarsi alla tua oscurità
Non hai forse
una madre
una sorella
una figlia?
Guardale.
Potrebbe essere
il loro volto quello che trafiggi.
Maledetto tu,
e chi ti assomiglia.
Aimè, ironia del destino
solo voi malvaggi , schellerati
potete mettere fine a questo strazio
Poesia tratta da (D)io sa di Salvatore Ambrosino.