L’Anno della Terra – Mesi da Gennaio a Giugno

scritto da Skál!
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L’ispirazione di questo testo me la diede l’articolo del 22 dicembre 2024 del geochimico Francisco J. Testa, dell’Universitŕ della Tasmania, su The Conversation.
- Nota dell'autore Skál!

Testo: L’Anno della Terra – Mesi da Gennaio a Giugno
di Skál!

Quest’oggi,

ti narro una storia millenaria
che non fu malvagia né bonaria.
Una vicenda che ci tocca da vicino
te, me e il suolo sul quale cammino.

Tutto iniziň quel primo gennaio,
e si concluse oggi, a fine anno.
Tutto iniziň da un disco rotante,
un collasso, un forma replicante.

Nessuno sa bene dove eravamo,
l’ammasso era sempre piů lontano.
Cosě il Sole lasciava le sue sorelle,
incontrando nubi ed altre stelle.

Gennaio – da 4567.30 ± 0.16 a 4154 milioni di anni fa

Una nube caotica. Una polvere antica
che di astri morenti fu preziosa reliquia.
Un collasso nel mezzo del disco solare
una massa globulare iniziň a gravitare.

Un grumo di materia sempre piů grande
si aggregň orbitando, non divenne gigante.
Materiale ardente cuore e pelle inondava
– nessun mare, nessun vivente l’abitava.

Un violento impatto tuonň il 3 gennaio,
lo strato di pelle strappato dal macellaio.
Focosi frammenti spiccarono il volo,
una luna formata, un piů stabile polo.

Febbraio – da 4154 a 3806 milioni di anni fa

Una densa nebbia abbracciava la massa,
scossa dai gradienti termici in una danza.
Condensata in acqua irrigň la rovente roccia,
raffreddandola in crosta, goccia dopo goccia.

Un bombardamento sicuramente tardivo,
che fortuna volle non essere cosě intensivo.
Un oceano primordiale dalle polveri nacque,
annegando un cratere che sul fondo vi giacque.

Entro San Valentino si concluse l’Adeano,
un periodo che al dio Ade strinse la mano.
Nel trambusto una scintilla era affiorata,
una struttura organica si era replicata.

Marzo – da 3806 a 3420 milioni di anni fa

Un paio di settimane furono abbastanza,
una crosta stabile, cratoni e la prima danza.
S’aggregň un supercontinente – Vaalbara, –
dove abitarono assieme Kaapvaal e Pilbara.

Un’atmosfera molto diversa da quella attuale:
un denso giallo-arancio pitturava la visuale.
Un mondo giovane, ancora in formazione,
l’eruzioni cullavano i primi stadi dell’evoluzione.

Le stromatoliti ci narrano di quel 26 marzo,
di quei primi organismi incuranti dello sfarzo.
Sulla fine del primo trimestre, il Paleoarcheano,
i procarioti sbucarono da un ricettario strano.

Aprile – da 3420 a 3047 milioni di anni fa

Una distesa d’acqua di macchie cosparsa,
terre emerse dai flutti, altre in scomparsa.
Continenti in viaggio senza sosta alcuna
contemplati dalla piů fredda e grigia Luna.

Organismi microscopici e unicellulari
abitavano i bassi fondali dei frizzanti mari.
Quelle acque erano ricche di materiali,
i minerali in esse disciolti furono essenziali.

In quelle lagune nei pressi dei vulcani,
piccoli esseri idearono metodi originali.
Compresero come usare la luce dei soli
per assemblare i loro nutrienti da soli.

Maggio – da 3047 a 2661 milioni di anni fa

Nei pressi delle sorgenti idrotermali,
composti a base di zolfo furono ideali.
Altri, i verdi batteri, usarono ioni
di ferro per rifornirsi di elettroni.

Altri introdussero organici portatori
– i carotenoidi catturavano piů colori.
Portando la luce nel centro sintetico,
s’inizia a notare qualcosa di poetico.

Arrivarono poi dei proto-cianobatteri,
un’idea rivoluzionaria cambiň lo ieri.
“Se utilizzassimo l’acqua stessa?”
e non delusero quella promessa.

Nel mentre, la superficie cambiava,
il supercontinente si frammentava.
Vaalbara terminň la sua esistenza
ed Ur ne continuň la discendenza.

Giugno – da 2661 a 2288 milioni di anni fa

Quegli esseri, quei primi cianobatteri,
fornirono ossigeno a quei rossicci cieli.
A dimostrazione della loro presenza,
le rocce ne catturarono l’essenza.

Strati di ferro dalla silice alternati,
ciclicamente, sui fondali precipitati.
A testimoniarci quel cambiamento,
un “nuovo” gas provocava fermento.

Quegli esseri e la fotosintesi ossigenica
tormentarono la prima vita batterica.
L’ossigeno, il rifiuto, inquinň il mondo
quando il ferro era ormai sul fondo.

Un processo molto lento e graduale
che generň un nuovo strato abissale.
Un dipinto fatto di bande rosse e grigie
una rappresentazione del temuto Stige.

La Grande Ossidazione s’avviava,
la vita terricola o periva o s’adattava.
La reattivitŕ dell’ossigeno era fatale,
intossicando molta vita ancestrale.

Ciň nonostante, non tutto fu perduto,
ebbe beneficio chi non venne abbattuto.
La nuova respirazione era talmente efficiente
che molta vita divenne ossigeno-dipendente.

L’Anno della Terra – Mesi da Gennaio a Giugno testo di Skál!
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