esperienza quotidiana

scritto da Gianlu
Scritto 9 mesi fa • Pubblicato 9 mesi fa • Revisionato 9 mesi fa
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Autore del testo Gianlu

Testo: esperienza quotidiana
di Gianlu

-Non ho sonno,continuo a pormi domande,ma mi sembra di non essere in grado di rispondere a neanche una di esse.Questa cosa mi fa sentire stupido, e per di più non mi permette di andare a dormire, ma domani ho scuola e non vorrei neanche dover essere lì.

Odio il fatto di stare in mezzo alle persone,ciò non mi permette di riposare neanche un po’.Non posso lasciar credere a nessuno che sono solamente uno stupido che non è neanche in grado di rispondere alle domande che lui stesso si pone,proprio come sto facendo questa notte.Davvero non me lo spiego,chi mente tra me e gli altri?Perché dovrebbero attribuirmi delle qualità?L’intelligenza ad esempio,se mi circondo di persone che mi definiscono intelligente,allora mi sento costretto ad attingere al modo in cui mi vedono,e io odio dover essere intelligente,non lo sono,mi sento stupido,stupido e vuoto.-

Così ho passato la notte,quasi completamente insonne,ed è giunta la mattinata seguente.

L’ora di lezione è lunga,l’impressione è che abbia una durata infinita,ma non ho idea di se sia colpa mia o della professoressa:forse seguendo risulterebbe molto meno noiosa,ma forse questa lezione è impossibile da seguire.In ogni caso,poco prima della fine della sua ora,l’insegnante ha deciso di dedicare gli ultimi minuti alla consegna delle verifiche fatte la settimana prima:temi,una tipologia di prove in cui sono molto capace.Spesso è capitato in passato che venissi elogiato per le mie capacità di scrittura,e questo mi rassicura sul fatto che il compito sia andato come spero:ho sicuramente preso un ottimo voto,e tornando a casa tutti si complimenteranno per il risultato che ho ottenuto.Il momento della consegna questa volta è stato sublime,ma non nel senso bello della parola,bensì nel più romantico dei suoi sensi:”paralizzante”,una volta sentito chiamare il mio nome mi sono alzato dal posto per avvicinarmi alla cattedra dietro cui siede la prof,questa volta la sua espressione era diversa dal,un sorriso dietro al quale sembrava nascondere un sentimento strano,una delusione che quasi sperava di ricevere.Così mi viene consegnato il tema e per prima cosa mi viene mostrato il voto,prima di arrivare all’ultima pagina però,quella in cui era stata scritta la valutazione,sono state scorse velocemente le precedenti,dove ho intravisto un bagno di penna rossa,poi il voto:4.Improvvisamente ho percepito un grandissimo peso premere sulla fronte, come se il mio cervello non fosse in grado di reggere la massa della delusione inaspettata che ho appena ricevuto, e come se non bastasse la professoressa ha peggiorato la situazione: “non me l’aspettavo da te Gianluca”.Queste sono le parole uscite dalla sua bocca,davanti alle quali non ho potuto far altro che accennare un sorriso di imbarazzo, non è stato facile nascondere la tristezza che in quel momento ho provato.Dopo la consegna della verifica la classe,attenta come sempre al voto che avrei preso,non ha accennato ad un minimo di empatia nei miei confronti,al contrario ha presto colto l’occasione di deridermi credendomi in grado di reggere in peso la somma delle masse del mio sentimento e delle risate e battute di ognuno di loro.Hanno pensato di potersi permettere di comportarsi così perché credono che io sia forte, forte oltre che intelligente,per cui non è necessario che mi dimostrino comprensione,la comprensione la riservano a chi ritengono “meno” di loro,mentre per chi ritengono “più” solo invidia e rabbia.Mi sono tolto la vita,non letteralmente,ma me la sono tolta.È stata l’aspettativa ad uccidermi,il fatto di non essere in grado di rispettarla non mi permette di andare avanti e adesso la mia vita è un circolo vizioso.Non so in realtà se sono stupido o intelligente,ma non potrò più rispondermi,niente importa più, neanche questo.

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