Quando non è mobbing

scritto da sabina_98
Scritto 7 mesi fa • Pubblicato 7 mesi fa • Revisionato 7 mesi fa
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Testo: Quando non è mobbing
di sabina_98

Ci sono: una giovane lavoratrice, un collega scorbutico e un responsabile ansiogeno. Sembra l'inizio di una barzelletta, ma non la definirei tale.
In una società che millanta rispetto e uguaglianza, si tende a sminuire e dimenticarsi dei danni causati dall'indifferenza. 
In un mondo che spinge le persone ad essere le più belle, le più simpatiche, le più sincere e, in sintesi, le migliori, venire ignorate può distruggere quanto essere psicologicamente aggredite o sminuite. 
Si sa, l'adolescenza è, o è stata, per chi più, o per chi meno, un periodo di riscoperta e costruzione di sè, un momento difficile, colmo di paure, di preoccupazioni e di dolori, ma anche della costruzione della propria persona, della propria autostima ed indipendenza, fisica ed emotiva. 
Con queste nuove consapevolezze, si arriva al lavoro, insieme a mille speranze e ad altrettante aspettative. Ma, ad aspettarti, proprio quell'ambiente da cui fuggivi...
Cosa dire, dunque, a quel collega, che, forse minacciato da giovane potenziale o infastidito dalla mancanza di esperienza, non ti include nei progetti, non ti inserisce in copia alle e-mail, non ti spiega, insegna o suggerisce nulla? Non alza la voce, non utilizza parole offensive nei tuoi riguardi e non attua alcun comportamento abusante. Semplicemente, ti ignora. 
Così, l'ufficio su cui avevi riposto tante speranze, torna ad assumere l'aspetto di quell'odiata aula scolastica, in cui i compagni altro non fanno che fingere che tu non esista. 
Per quanto tu possa comportarti in modo impeccabile, essere gentile, disponibile e sempre sorridente, con l'unica speranza che qualcuno possa finalmente riconoscere che la tua sedia non è vuota, loro, semplicemente, continuano a non vederti. 
Il tuo mondo si fa sempre più buio, inizi a chiuderti in tè stessa e anche ai tuoi occhi inizi inevitabilmente ad assumere meno importanza. Il  dubbio della tua effettiva esistenza si insinua nei tuoi pensieri tutte le volte in cui una tua domanda viene deliberatamente ignorata.
"Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo" assume le sembianze di "forse, hanno ragione. Forse, se non esistessi non cambierebbe nulla. Forse, se non ci fossi ci sarebbe un peso in meno".
Piano piano, semplicemente, smetti di chiedere e, ad un certo punto, smetti di voler emergere. Li lasci vincere e gli permetti di spegnerti. 
Fino a quando, smetti di esistere. 

Quando non è mobbing testo di sabina_98
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