Una storia perfetta

UNA STORIA PERFETTA
Sono le 17 del 30 agosto 1981, ho sei anni e sono in vacanza coi nonni a Calavino, un piccolo paese in provincia di Trento, nella valle dei laghi, luogo dove è nata mia nonna. I miei genitori sono a Milano perchè devono lavorare e mio fratello, che ha cinque anni più di me, è a spasso per il paese con i suoi amici. Il sole sta per sparire dietro al Monte Bondone ma la sua luce dona ancora un po' di calore a quelle case in pietra che raccontano antiche storie di streghe e diavoli, di folletti e Principesse, di gente dura come le montagne che fanno da cornice alla loro vita. Di fianco alla porta di casa della Caterina, che tutti chiamano Catina, un'anziana Signora che profuma di Strega, c'è una panchina dove ora sta seduta chiacchierando con mia nonna e lanciando di tanto in tanto un'imprecazione alla Madonna, almeno credo che sia un'imprecazione: "Losi Madona" Non ne ho mai chiesto il significato ma credo che si possa tradurre con "Ode alla Madonna". Parlano dei fatti del paese e si raccontano storie di "Sti Ani" come dicono loro per anni passati. Ogni tanto tirano fuori la tabacchiera e si fanno una presa pulendosi il naso sporco di polvere marrone con un fazzoletto ormai pieno di macchie di tabacco. Sono contento perchè per cena la nonna mi ha fatto il risotto coi funghi che mi piace tanto e domani arriveranno i miei genitori per il fine settimana. Io le guardo chiacchierare e incrocio lo sguardo con mia nonna.
"Ti voglio bene" Le dico mentre l'ultimo raggio di sole di quella giornata illumina il suo sorriso fissandolo nell'eternità e rendendo perfetto quell'attimo fugace.
"Ti voglio bene nonna" Le dico senza sapere che questa sera, quarant'anni più tardi, rivivendo quell'istante perfetto, mi sarebbe mancata tanto.