Storia di un amore oltre l'umano

scritto da Italo Rapacciuolo
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Autore del testo Italo Rapacciuolo

Testo: Storia di un amore oltre l'umano
di Italo Rapacciuolo

"Più che bello è stato splendido questo percepirci oltre la materialità, penetrarci dentro e sentire l'essenza, una presenza animica, non più erotica.
Così disse Luca a Monica dopo aver fatto l'amore. Lei aveva sentito il suo cuore battere all'unisono con quello di Luca, in simbiosi furono entrambi una sola persona, un solo essere catartico, fusione d'energie oltre il sintetico.

"Mi hai fatto vedere le stelle" continuò Monica, "ma non per il dolore, per il piacere armonico, quel sentire oltre l'egoico, mi hai portato in una dimensione spirituale e astrale, ti vedevo come fossi un angelo di carne, un satiro di luce"

I due si erano conosciuti in un bosco di querce, a pochi passi di un dirupo. Lei stava precipitando in un fosso depressivo, lui appeso al ramo più lungo le tese la mano, la tirò su, era ancora bagnata delle sue lacrime, ancora sporca di dolore.
Volarono oltre i pensieri neri, oltre il male di vivere, poi giunsero in una casa con le finestre blu e il soffitto rosa come i seni di Monica, come le mani di Luca, mani grandi e forti.
Accesero la luce della cucina e mangiarono fronde di pane e fette di luna, nel salotto misero un prato coperto da papaveri, la stanza da letto l'arredarono con soffici nuvole e comodini di betulla, gli armadi erano caverne dove esplorare la loro interiorità.

Quel giorno era freddo una neve verde mare scendeva lenta, nella casa il tepore riscaldava i loro corpi nudi, la TV parlava di guerre e quiz.
Luca e Monica cantavano canzoni pop anni ottanta, mentre il rock blues faceva da contorno a quel duetto semplice, quel coro metapsichico.
La sera bevvero un infuso di peyote e camomilla, si affacciarono alla finestra e videro i loro genitori defunti danzare il valzer dentro una lieve nebbia, poi giocare a ping pong con una pallina di sole.
Uscirono fuori e si misero a correre su quella neve generosa, e s'inoltrarono nel bosco per cercare i loro corpi eterici, le loro anime asettiche.

Sotto un abete fecero l'ultima volta l'amore, le membra sui fili d'erba s'incontrarono in un amplesso vergine, come era vergine la terra umida.
Il loro essere si fuse in un sole rosso che si alzò in un tramonto ascetico, in un universo di luce divina. L'angelo nero andò via e tutto fu amore, anche il sangue che scendeva lieve dalle croci dei loro pensieri.

Li trovarono abbracciati come Adamo ed Eva, come Giulietta e Romeo, i loro occhi erano ancora aperti verso l'orizzonte, come a guardare le loro anime allontanarsi da una Terra bella e amara che li aveva accuditi, fino all'ultimo gemito di piacere. 
Fino all'ultimo anelito di vita.

Storia di un amore oltre l'umano testo di Italo Rapacciuolo
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