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Vorrei camminare lungo una strada che non finisce
lasciare liberi i miei piedi di avanzare senza dargli un briciolo di indicazione
e navigare nelle mie parole stesse, senza aver paura di che forma prenderanno
Vorrei lasciare le mie braccia spiegare campi di grano, e raccogliere germogli,
dalle parole che ho scritto per qualcuno che non le ha mai lette.
Che puntualmente mi sono servite per scavarmi dentro,
per trovare una casa dentro me stessa,
l'angolo di mondo dove alla fine mi ritrovo, dopo questa strada che mai termina.
Ne immagino le curve, a picco sul mare, e onde che mi bagnano i capelli,
mi spingono a tuffarmi, per poi proseguire con i vestiti stropicciati di acqua a camminare,
sulla superficie trasparente stessa, su una secca, su una barca che non sia la mia,
e ancora andrei avanti, mi inabisserei alla ricerca di conchiglie vuote dei loro padroni,
e mi sentirei ancora tanto vicina a queste, io sempre in cerca di me stessa,
tanto che questo che sto scrivendo non lo sto trovando, e non ho intenzione di rileggerlo,
di dargli gli spazi, le virgole che più cercherei se stessi consultando queste parole solo da fruitrice.
Ma sono invece la loro padrona, una padrona di spazi vuoti, del nulla di ciò che entra nella mia testa e poi mi sbatacchia,
a destra, sinistra, poi dritto, e una vita che non finisce mi penetra nelle braccia.
Tanto che non so dire dove vorrei essere ora, vorrei il mare, un costume addosso,
un aereo, atterrare in un luogo che non mi appartiene e poi scoprirne ogni vicolo, ogni piatto,
e magari un abitante in particolare, o uno straniero quanto me,
qualcuno che si senta espropriato della propria conchiglia almeno quanto mi sento io
e ancora, voglio questa via infinita, voglio camminare senza chiedermi dove finirò,
e i volti che incontro perchè non sono mai quelli che mi aspetto,
perchè non mi scrutano, perchè non capiscono quest esperimento che sto per compiere,
quello di scrivere senza intrappolare, senza intrappolarmi
quello di scrivere senza cercar di trovare le giuste rime, le giuste parole
ma scrivere per trovare,
la sempre sfuggevole me.