I mostri

scritto da Italo Rapacciuolo
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Autore del testo Italo Rapacciuolo

Testo: I mostri
di Italo Rapacciuolo


Siamo mostri, non perché brutti, anzi i nostri tratti sono anche belli, siamo mostri perché ci mostriamo.
Mostriamo i nostri volti, sereni arrabbiati, sorridenti, incazzati, mostriamo i nostri occhi curiosi, compassionevoli, impauriti, ma sempre occhi che luccicano vita.
I mostri giocano, interagiscono, comunicano perché si fanno vedere, appaiono vestiti da maschere.
Nudi nella loro sincerità, spontaneità, la loro verità.

Siamo mostri perché facciamo cose mostruose in senso buono. Opere d'arte, invenzioni tecnologiche, scoperte illogiche. Poi siamo mostri nell'altro senso. Uccidiamo i nostri simili, inquiniamo la nostra Casa Terra, per il nostro tornaconto sfruttiamo gli altri, la natura.

Siamo corpi che si muovono si fanno fotografare, carne che pulsa, si spinge verso gli altri, si copre di egoismo, altruismo, siamo mente che pensa, cervello che si addensa.

Passeggiavo sui campi Elisi, non ero più apparenza, non mi mostravo, ero essenza, energia, spirito quantico, flusso dinamico, camminavo senza gambe né nervi, neanche tendini. Passeggiavo e vedevo luci e ombre, corpi e anime smembrare l'esistere, accarezzare l'essere divino che non si mostra, ma È.

Siamo erotismo che nasce come pensiero, poi corpi che si uniscono, bocche che s'incontrano. Creiamo oggetti, cose, case chiese, siamo l'idea di noi stessi, i nostri cuori sanguigni, le pesche le mele, i vitigni, tutti sembiante, apparizione.
Il sentire non appare, lo percepisci, l'amore, l'odio, la gioia, la pace che dice quiete.
Poi questo sentire si fa vedere esteriormente, si mostra si dimostra, o si cela e rimane dentro, in quel posto nascosto dove c'è l'essenza, l'assenza di apparenza.

Mi addormentai e non esistevo più, non mi mostravo neanche a me stesso, né a te, né agli altri, ero un nulla, un suono che creava sogni, un niente, aria che trasformava l'energia, diventava persone, fatti situazioni. Il mio ego non era più, era un tutto, un niente, era un essere trascendente.

Siamo mostri, maestri, mestieri, creatori di bellezza e crudeltà, tristezza e amenità, siamo energia che ha preso una forma, pensiero, sogno di Dio che trasforma.




I mostri testo di Italo Rapacciuolo
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