"Tavolini"

scritto da Dalassio
Scritto 28 giorni fa • Pubblicato 27 giorni fa • Revisionato 27 giorni fa
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Autore del testo Dalassio
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Ognuno  di noi puó scrivere centinaia di "tavolini", hanno il vantaggio di essere piccole storie condensate,momenti vissuti e legate a ricordi che mi sono divertito a mischiare cosí come cambiando quasi tutti i nomi.
- Nota dell'autore Dalassio

Testo: "Tavolini"
di Dalassio

Nota di prefazione:
 Ognuno  di noi puó scrivere centinaia di "tavolini", hanno il vantaggio di essere piccole storie condensate,momenti vissuti e legate a ricordi che mi sono divertito a mischiare cosí come cambiando quasi tutti i nomi.

Stare seduti ad un tavolo é quasi sempre una situazione piacevole mangiando bevendo e discorrendo. A volte anche litigando.                            

Sono ambientati in vari posti perché logicamente il nostro ricordo vá a situazioni vissute diverse , rispetto alla monotonia di momenti ripetuti sempre uguali e tediosi.



Tavolini

Tavolino sul Bosforo

Ricordi quando seduti al tavolino del ristorante aspettando i pesciolini fritti,ci voltavamo a guardare l’enorme gufo reale appollaiato alle nostre spalle,e quando aprì le ali per stirarsi le penne, rimanesti a bocca aperta,vedendo quanto era grande,e io ti dissi,- ricordi Luisa l’ultima volta che diluvio ci siamo presi qui?
Ma tu non rispondesti affascinata dal gufo.

 

 Tavolino a Dogliani

Ricordi a Dogliani o era Barolo? ma ricordo la gita bella e poi la bottiglia di Dolcetto Superiore e dopo essercela scolata ci alzammo dal tavolino e una volta entrati in macchina appesantiti dal cibo dal caldo e dal vino cominciammo a litigare come ossessi e durò a lungo rossi entrambi di rabbia e ci fermammo lungo un rio ore dopo,e facemmo l’amore sul prato all’ombra,prima di scollinare verso il mare, ricordi Maria com’eri bella nel tuo vestitino a fiori?

 

 Tavolino a Jaisalmer

Ricordi Silvia la fame,aspettando il cibo che non arrivava mai,seduti lassù in quel sogno di posto,ma con quei due bimbi con un unico fornello che gestivano il ristorante,dopo un’ora e dopo che tu incavolata nera non gli rubassi il piccolo apribottiglie in ferro per il tuo amico che fa’ la collezione,ci alzammo lasciammo i soldi per le birre e quasi per i piatti ordinati e non mangiati e andammo via giù dalle scalette a precipizio.

 
Tavolino in Via della Maddalena a Genova

Ricordo la volta seduto da solo al tavolino della pizzeria,vidi e sentii entrare un gruppo di persone il cui vociare aveva riempito la sala,ti vidi subito in mezzo al gruppo,lasciai che ti sedessi e poi senza porre tempo in mezzo,mi alzai e venni al tuo posto e mi presentai,e stranamente invece di guardarmi esterrefatta trattenesti la mia mano per un periodo troppo lungo fissandomi come se guardassi lontano e tutti si accorsero che io ti avevo riconosciuto immediatamente pur non avendoti mai vista, Carla, e che anche tu mi avevi riconosciuto e ci sorridemmo ancora guardandoci dai rispettivi tavolini,poi mi alzai e dopo aver pagato tornai nella saletta a salutarti e gli sguardi stupiti dei tuoi amici e forse un marito,ricordo il tuo sguardo mentre uscivo dalla scena.La donna della vita, ne ero certo,chissà dove vivi Carla 

 

 Tavolino in Roma

Ricordo a Roma, ricordo Adri, quando sotto casa mi dicesti, sali su,e mangiammo seduti al tavolino sulla terrazza più alta della tua splendida casa,e tu mi chiedesti quando riparti? ed io:-Non so forse domani,fino ad ora pensavo così..-
-Fermati un po’,Roma è bella e io posso farti da cicerona..-
-Grazie,ma conosco Roma,come mia cugina ti avrà detto, mia madre era di Roma-
-Ok come vuoi,magari un’altra volta..-Ma poi ti chiesi se era possibile telefonare e tu mi dicesti:- Si c’è un telefono tranquillo nel salottino qui a fianco-
Allora telefonai a mio padre e gli dissi che mi sarei fermato ancora un po’ a Roma a casa di una amica.
Ricordi quando,dopo avermi comprato scarpe, maglie,e non potevo girarmi verso una vetrina e tu mi chiedevi:
-Lo vuoi?, entriamo, te lo compro se ti piace -
E quando dopo giorni e notti,in cui conobbi decine e decine di tuoi amici,mi proponesti di trasferirci in Centroamerica per passare un po’ di tempo nella tua villa a Panama, rimasi pensieroso,sarebbe stato il mio primo volo,e un giorno poi seduti al caldo nel bellissimo giardino mi chiedesti:- Vuoi restare con me, intendo vivere con me?-Non risposi e ti baciai.
Ma poi di notte pensavo,sto’ bene con lei, è bella, mi vuole bene,se lo volessi potrei avere tutto quello che chiedo,ma mi sentirei sempre in gabbia,una gabbia dalle sbarre d’oro ma pur sempre una gabbia.
Il giorno dopo ti dissi che mi sarebbe piaciuto tornare in Italia, piangesti in silenzio.

 

 

 Tavolino a Torino

Ricordi Betta quella sera d’estate ai Murazzi, e c’erano tutti, gruppi di tutti i quartieri, seduti al tavolino guardavo l’acqua del fiume placida,e pensavo, la nostra storia è alla fine.
Poi andammo alla solita bocciofila e sfidammo tutti al calciobalilla,e dopo ricordi quel tipo che voleva picchiarmi perchè mi scambiava con un’altro che voleva uccidere.
Restammo ancora assieme per quattr’anni.

 

 Tavolino in Italia

Non ricordo il paese ma stavamo andando ad Urbino.
Seduti al tavolino al ristorante eravamo gli unici clienti,noi tre e quell’angelo che portava i piatti e bevande,ogni volta ci guardavamo negli occhi mentre arrivava e fino a che riscompariva,dopo due scherzi e battute il disagio era forte al punto che sia Lisa che Beppe lo sentirono e quando mi alzai Beppe mi chiese:-dove vai?-
-guardo una cosa-
E andai di là e ci incontrammo in penombra e rimasi lì a guardarla e lei me,senza il coraggio di dire o fare niente,quante volte l’ho pensata,leggera ma donna,calma e serena,l’avessi baciata o avessi detto agli altri mi fermo qui,poi vi raggiungo,come sarebbe cambiata la mia vita?

 

 

 Tavolino a Binasco

Ero solo al tavolino e altri tre tavoli erano occupati da persone sole uno da una coppia di signori,ad ogni Fiera prenotavo un albergo lì vicino e a sera cenavo in quel ristorante,siccome sono espansivo dopo un po’ chiacchieravo con tutti agli altri tavoli,quando venne la volta  della coppia di signori scoprii che erano francesi e che uno era il capotecnico delle cristallerie Baccarat vicino a Nancy,data la mia passione per il vetro,ottenni facilmente un invito ad una visita alla vetreria.
Ricordi Patrizia che bel viaggio facemmo in Alsazia e Lorena con visita guidata alle cristallerie?

 

 

Tavolino a Folegandros alle Cicladi

Ricordi Rosy a Folegandros seduti a bere ouzo ai tavolini lunghi all’ombra degli alberi giganteschi,i due ristoranti di fronte,l’uno all’altro, e tutti i tavoli mischiati e non si sapeva sedendosi se sarebbe venuto un oste o l’altro,e arrivarono quei due italiani e lei Claudia aveva quei seni enormi,e quando avevamo fatto il bagno nell’acqua limpida vicino al porticciolo mi aveva confidato di essere stanca del rapporto con il suo uomo,che era venuta lì per stare tranquilla e riflettere ma che lui l’aveva raggiunta e ora si sentiva in gabbia sull’isola con lui alle calcagna.
E quando si sedette di fronte a me la desiderai con tutto il corpo,e tu te ne accorgesti e mi facesti i musi fino al giorno dopo. 

  

 

 Tavolino al Bar della Stazione

Seduti al tavolino il caffè ormai bevuto,nell’attesa di un treno in ritardo,e vidi passare Serena e la chiamai

- Ciao Sere che fai qua?

- Ciao,quanto tempo..

- Dove vai? siediti un attimo con noi

E si sedette e dopo avervi presentate rimase in silenzio facendomi piedino sotto al tavolo.
Quell'incontro portò alla disintegrazione del nostro rapporto Daniela, ma non rividi mai più Serena

 

 

Tavolino a Nizza

Ricordi Giovanna quella mattina a Nizza vicino al mercato dei fiori,avevamo riso perchè di tanti locali non ne trovavamo uno francese o italiano,ma solo Cambogia food, ristoranti vietnamiti,cinesi, tibetani, thailandesi,messicani o del Nepal.
Finalmente in una piazzetta vicino a Cours Saleya trovammo il Bar per noi e seduti al tavolino sotto ai platani,e tu avevi la bocca infarinata dallo zucchero a velo dei Croissant,e ridendo felice gettavi piccoli pezzi di dolce allo scoiattolo spuntato chissà da dove.
La nostra meta era il Marocco ma la sera avremmo dormito a Barcellona.

 

 Tavolino a Bangkok

Ricordi Lia mangiare Massaman in quel posto vicino al “puttanaio” come lo chiamavamo,trovato quella notte in cui ci salvò il tassista,non avevamo mai trovato in tanti anni gli hotel di Bangkok così tutti pieni, full, full, anche le guest house più infime,ma quelle non troppo per te, dalle parti di Kaosan erano piene.
Alla fine ci disse io conosco un posto se non troviamo lì non so più dove portarvi e allora dopo il ponte facendo Sam Sen rd arrivando da Phra Sumen il taxi entrò nello stretto Soi ed entrammo nel cortile e sceso per chiedere capii che non mi capivano e tutte le scritte erano in cinese.
Specchi sul soffitto e il tipo di programmi che la tivù proiettava non lasciavano dubbi sul tipo di clientela, il bagno era magnifico, grande in marmo di varie sfumature e una grande vasca e con tutto funzionante che non era un risultato da poco,e perfettamente lindo.
Ricordi che ci trovammo così bene che ti proposi varie volte di tornarci ma tu non volesti.
Ricordi le colazioni lí vicino, in quel grande “caffé” dove facevano il caffé bolan, il caffé "antico", come piace a noi, sotto e ovunque quella fioritura di alberi,come si chiamano? uff non ricordo più niente,e al caffé dopo molte mattine cominciavano a salutarci con un po’ di simpatia vera,si sa che i thailandesi non sopportano i Farang come chiamano gli stranieri bianchi.
Ho sempre il biglietto dell' “Hotel”(per i casi d’emergenza) con me quando viaggio in Asia e spesso mi capita in mano il cartoncino grigio di grande formato ormai sdrucito con scritte sulle due facce, una in cinese e una in Thai   

 

 Tavolino in via S.Bernardo a Genova
Ormai la memoria non mi permette di ricordare,ma era un ristorantino dove andavo spesso,quella sera eravamo in due seduti ad un po’ di tavolini di distanza,da quando arrivai,lui era già seduto,ci osservammo sorridendo,non scambiammo stranamente neanche una parola per tutta la cena ma ci guardammo ammiccando.Ricordo i suoi occhi grandi chiari e profondi,e mi guardava come mi volesse chiedere qualcosa.
Il giorno dopo mi capitò il giornale e riconobbi o credetti di riconoscere Lindsay Kemp che era in tournée se ben ricordo al Teatro  Margherita,non so se gli piacessi come uomo o come attore potenziale e se gli avessi rivolto la parola ora magari starei calcando le scene nel mondo, cosa che per altro già faccio.

 

 Tavolino in Giappone

Ti ricordi Gualtiero nel giorno libero per scendere in Paese,arrivammo facendoci dare un passaggio fino ad Hamasaka dal furgoncino del Monastero, e come due ragazzini in gita camminammo guardando le vetrine contando e ricontando i pochi Yen nei portafogli.
E prima volli comprare la sveglia di cui avevo bisogno, e che a distanza di trentacinque anni ancora funziona perfettamente e troneggia sulla credenza in cucina,e coi soldi avanzati andammo a cercare un ristorante.
Restammo affascinati dalle sampuru quelle riproduzioni molto realistiche in cera dei piatti disponibili,disposti nella vetrina del ristorante,e poi ogni volta che seduti al tavolino indicavamo un piatto di cera,il prezzo era troppo alto e alla fine prendemmo un caffe’ e usciti ci fermavamo a guardare i cavoli a tre per volta di colori diversi piantati in vasi o in terra vicino alle case.

 

 Tavolino a Milano

Sara arrivo’ con un po’ di ritardo,ero seduto ad attenderla al tavolino di un Bar sul Naviglio,da una decina di minuti e stavo chiedendomi cosa stessi ancora a fare a Milano.
Arrivò bella come sempre,ma un po’ trasandata,cercavo in lei un segnale che mi facesse capire a che punto era arrivata la storia tra noi,non lo sapevo come non sapevo perchè restavo ancora a Milano.
Il tempo di salutare e si alzò per andare in bagno,mi ci volle un attimo al suo ritorno per capire che in bagno non era andata a far pipì,il suo tirare su di naso come fosse improvvisamente raffreddata,e il suo modo di fare mi aprirono finalmente gli occhi sugli ultimi mesi della nostra vita,una volta avevo avuto il sospetto ma visto che lei non me ne parlò mai,lo lasciai cadere.
Non provavo critiche morali,in anni passati avevo fatto ben di peggio,era forse per quello che ora la ringraziavo di cuore di non avermi reso partecipe,la cocaina non mi è mai piaciuta,ma era una scelta sua,purtroppo avevo visto troppe volte che bestiaccia è,e sapevo che non ci sarebbero state parole con la forza sufficiente per aiutarla,lo sapevo bene.
Avrei lasciato Sara e Milano immediatamente,ma non potevo,avevo ancora da raccattare la mia vita milanese,e quando Sara con un sorriso radioso mi disse dove andiamo per cena?capii che senza una dose di forza in più non sarei riuscito a cambiare vita,e questo avvenne parecchio tempo dopo.

 

 Tavolino al Parco Solvay di Bruxelles
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Scritto a Luglio 2019 a Finale Ligure 

"Tavolini" testo di Dalassio
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