Ero bambina?

Ero bambina se ridevo?
Bambina in un sospiro.
Bambina dentro ad un piangere.
Parlare del ridere dentro al pianto racconta,
forse
di un qualche tipo di dolore.
Quello che ho visto.
Vissuto.
Percepito.
Ingrandito.
Smarrito dentro cassetti che ho chiuso.
Ancora sovviene un peso nella valigia del crescere.
Pare avere un colore.
Scuro al ricordo.
Più tenue al passaggio.
Adesso, ricordo odore di prati in estate, collinari tramonti attorno.
Il resto, è di uno ieri che tendo al rimosso.

Guanti e cappello a riparare il freddo di casa.
Lo scostante tentativo d'amore materno.
Fragile al punto da spezzarsi al soffio.
Il paterno, burbero si arrabbia per i troppi capricci.
Alle volte alza la voce ma mai mi fa paura.
Scrivo con la mano sinistra, credendolo peccato non disegno fiori sui fogli per anni.
Se qualcuno alza la voce un poco ho timore.
Chiedo a Gesù che tutto si arresti.
Presto.
Mi canto ninne nanne da sola.
Il cambiare città ricordo come lacerante ferita.
La sera a provar di ricucire maldestra pezzi qua e là.
Mai saputo colorare nei bordi.
Mai ricordato tabelline, numeri sparsi.
Mai dimenticato da dove venissi.
Ho maldestramente cercato ripari provvisori in parole, racconti di libri spagliati.
Ceduti da altri.
Cadendoci dentro,
onirico mondo,
Ho provato.
Provo.
Cerco un senso che sia profondo.