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Proprio questa mattina, di ritorno da lavoro, mi sono imbattuto in uno scenario che mi ha affascinato, coinvolgendomi dalla testa ai piedi per intero attraverso la sua magnificenza e il significato che le ho attribuito. Dietro quello strano ma incantevole evento si nasconde probabilmente una lezione che forse l’universo mi ha impartito, cosa che succede in ogni momento e per tutti noi, solo in modi e tempi inaspettati e da leggere tra le righe. La cosa tanto travolgente che ho potuto osservare, tra l’altro mentre ero in bici, attività che esalta lo sforzo, lo stress e il sentirsi invincibili con conseguenti botte di adrenalina, è stato un qualcosa di unico: il Sole era presente e preponderante in quel cielo sereno di un mezzogiorno qualunque, ma attraversato per tre quarti da una nuvola che dava origine a un paradosso. Il Sole si rifletteva sulla strada, sulle piante, sulle case, insomma su tutto il paesaggio solo davanti a me e, nonostante la sua lucentezza e splendore, così non si poteva dire delle restanti direzioni, compreso alle mie spalle. Si percepiva la sua presenza, ma bloccato quasi totalmente dalle nuvole rifletteva tutto il suo splendore da un lato, mentre una leggera aura si intravedeva altrove: tutto questo mi ha fatto pensare a come la nuvola abbia influenzato ciò che il Sole trasmette di sé, modificando il suo aspetto, normalmente brillante e acceso, in una leggera luce affievolita da essa stessa. Così come il Sole, noi tutti siamo sempre uguali, percepiti diversamente da ciascun individuo attorno a noi, sia per mezzo di ciò che esso sente, sia per quello che gli trasmettiamo in sua presenza essendo influenzati costantemente nelle diverse circostanze: se non lasciamo trasparire tutta la nostra luce agli altri, non è di certo un problema da ricercarsi in noi stessi, sempre lucenti e uguali, ma nelle persone e nell’ambiente attorno a noi che non ci lascia splendere a dovere, limitandoci e dando false impressioni su di noi, non valorizzandoci e creando zone d’ombra attorno a noi.