Il Riflesso

scritto da ManuelaM
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Autore del testo ManuelaM

Testo: Il Riflesso
di ManuelaM

Come in una spirale dolce sprofondo in un sonno denso, un graduale dissolversi dei nodi ingarbugliati e tesi della coscienza. Lei si arrende, e i muri della veglia si fanno sempre più labili.
Le mani di una donna mi accarezzano la testa e i capelli, mentre una cantilena languida e ripetitiva dà forma alla sua voce.
Sono in una fiaba. 

Il vento cammina con passo lieve ed io lo seguo, curiosa di attingere alla sua saggezza.
Gli chiedo dove andiamo, e lui mi risponde di seguirlo. Attraversiamo un bosco luminoso, a passo lesto.
Gli chiedo cosa si prova a essere vento, e lui soffia e ride. Mi attorciglia i capelli.
Per qualche istante mi libro in aria, e tutte le mie molecole sembrano volteggiare, giocando la danza della leggerezza.

C'è un villaggio, è mattina. Un artigiano matto costruisce degli oggetti senza senso. Mi guarda, sorride. Mi inquieta. Il suo sguardo scintilla, è astruso, e anche bello. È il mio opposto e il mio gemello.
Cosa riflette un gemello?
Forse un salto nel vuoto.
L'artigiano matto mi porge una spada rotonda. È come una sfera, ed io ci guardo dentro.
Ci scivolo all' interno.

Dove sono? Sembra una polis. Sto vagando nel tempo?
Sono in un labirinto. Sono sola. Non mi devo perdere.

Mi sono persa. Ho paura del Minotauro. Chi c'è alla fine del labirinto?
Posso volare via? Desidero più che mai essere il vento. Ma lui non c'è più, e non ci sono scorciatoie.
Cosa c'è nel cuore del labirinto? L'angoscia mi si arrampica dentro.

C'è uno specchio nero, ed io lo devo rompere.

C'è uno specchio frammentato ora, e mille riflessi di vetro.

Vedo un lago adesso, è pomeriggio. Vibra nell'acqua scura il riflesso di una creatura aliena. Sembra molto vera, eppure evanescente. Io gli parlo ma lui mi risponde come se parlasse allo specchio. Risponde a me o a se stesso? Perché non mi vede?
Sono invisibile. Adesso sparisco?Sono triste per me stessa, diventerò uno spettro.

Allora vago, fluttuo nella disperazione dell'inaccessibile. Nella pena dell'inconcesso. Mi sdraio ai piedi di un albero imponente. Soffia un vento lieve, tra i miei gemiti sfiniti.
Sanguino. E dunque sono viva.
Mi curo nell'acqua. Sono ancora qui?
Scorgo sul lago il mio riflesso. I colori sono intensi, i dettagli indefiniti.

Giunge il tramonto. 

Non c'è più il lago.
Una creatura bizzarra si aggira nella palude. Non capisco che essere sia, un po' mi fa ribrezzo. Sembra senza razza e senza sesso. È stata lasciata incolta, ed è sopravvissuta. Come un rampicante selvatico. Non parla la mia lingua, affonda le unghie nella terra. È diffidente.
Mangia le viscere crude dei morenti.
Ho paura, dovrei accarezzarla? Provo tenerezza. Sparisce tra le rocce.
Mi ha donato un dente di drago.

C'è molto silenzio.

Ormai è sera.

Riflessi come luccichii evanescenti, effimeri, che scivolano dalle mani di una fata. Lucciole che giocano con la notte.
La fata mi racconta delle storie. Ascolto.
Sento il diramarsi di ruscelli che mi scorrono dentro. Sento le stelle splendermi all'interno.

Riecheggia in lontananza la risata di una strega. Mi sta chiamando. È l'ora di tornare nella capanna. Mi addentro nel bosco, con la Luna che sussurra. È bianca la luce che riflette, la luce di un Sole dormiente.
La Strega mi aspetta ed io mi sento viva, in un amalgama di senso. Busso alla porta, per fondermi con lei.
Col mio Riflesso.

Il Riflesso testo di ManuelaM
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