Elegia

scritto da Medusa
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Questa poesia è un omaggio a chi se n’è andato troppo presto. Non cerca risposte, ma conserva il ricordo e l’affetto che rimangono, come luce nelle notti più oscure.
- Nota dell'autore Medusa

Testo: Elegia
di Medusa

Oh giovane ombra, che il destino acerbo

prese alle soglie del mattino,

tu che nel silenzio sospendesti

il filo breve e fragile del giorno,

ora ti cerco tra le stelle,

ora t’invoco tra i venti che cadono

sul deserto cuore mio.

Che resta di te, se non l’eco

di un sorriso fuggito,

di uno sguardo che sapeva

accendere le notti?

E pur così, nell’assenza,

sei più presente che mai:

sei ferita che pulsa,

sei memoria che non svanisce,

sei canto che mi segue nel buio.

O dolce amico,

se la vita non ti fu culla

ma catena,

se il peso dell’essere

soffocò il tuo respiro,

che almeno l’eterno ti sia lieve,

che almeno le stelle

ti custodiscano nell’infinito grembo.

Ed io, che resto su questa riva,

non smetterò di chiamarti,

ché il dolore si fa preghiera,

ché l’amore, seppur trafitto,

non muore.

E se ogni notte si fa più muta,

io porrò il tuo nome sulle labbra

come lampada che non si spegne,

come voce che risale

dove il cielo incontra l’anima,

e l’anima, infine, riposa.

Elegia testo di Medusa
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