Cygnus olor

scritto da giorgiog1
Scritto 8 giorni fa • Pubblicato 6 giorni fa • Revisionato 5 giorni fa
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Testo: Cygnus olor
di giorgiog1

"Nel 1822 un branco di sei o sette cigni si stabilì nella reale bandita di San Rossore, e vi rimase fino alla primavera. Essi sovente variavan di luogo, ora si vedevan navigare in mezzo alle lame, e paduli puliti e liberi d'erba, ora negli stagni erbosi posti nel mezzo dei boschi, ora andavano a riposarsi sul mare".  Così il Savi.
Nel 1959 una rivista specializzata scriveva che i cigni in Italia sono specie rara poiché quando questi uccelli nordici, spinti dai rigori dei più rigidi inverni, migrano a Sud fino a cercare rifugio nelle nostre acque, vengono uccisi dai cacciatori di frodo.
Vi era perfino chi se ne faceva vanto raccontando che, mentre era appostato per la caccia delle anatre in un laghetto vicino ad una spiaggia dell'Adriatico, sorpreso dall'improvviso passaggio di sette cigni, con un solo colpo di fucile li aveva abbattuti tutti, in parte uccisi, in parte feriti!
Doveva trattarsi di cigni selvatici, Cygnus cygnus, grandi uccelli gregari che volano in gruppo in tipiche formazioni a V o in linee oblique ondeggianti, rumorosi ed in volo emettono richiami simili al suono di una tromba.
In Italia questa specie è migratrice svernante con pochi individui.
Quello che tutti conosciamo è invece il cigno reale, ormai residente, nidifica vicino a laghi, fiumi, ma anche in parchi di città.
Suo nome scientifico Cignus olor, ordine Anseriformi, famiglia Anatidi.
In inglese mule swan, cygne tubercolé, im tedesco hokerschwan, in spagnolo cisne vulgar.   
Anche se confidente e semi-domestico rimane comunque un superbo rappresentante dell'avifauna acquatica, inconfondibile con gli altri anatidi, tranne che per i suoi parenti stretti il cigno selvatico ed il cigno minore, che invece si riconoscono perché hanno il becco giallo e per  i richiami "strombazzanti" che lanciano in volo.
Inoltre il cigno reale reagisce alle minacce alzando le ali mentre i suoi parenti rimangono con le ali chiuse lungo il corpo.
Originario dell'Eurasia, è comune nelle zone temperate dell'Europa Occidentale, celebrato per la sua armonia di forme ed eleganza di movimenti tanto che i Britanni lo consideravano sacro.
E' prevalentemente bianco ed il suo piumaggio è idrorepellente, cosa utile nella stagione fredda per non inzupparsi d'acqua che potrebbe ghiacciare.
Allo stato selvatico nidifica in zone umide ricche di vegetazione emergente e sommersa.
Ha un'apertura alare di più di due metri, piumaggio candido, becco giallo arancio con un evidente rigonfiamento carnoso di colore nero che viene sviluppato solo al raggiungimento della maturità sessuale.
I maschi si riconoscono perché sono più grandi delle femmine, e sono tra gli uccelli più pesanti in grado di volare.
I giovani sono grigio bruni con il becco color piombo.
Nel periodo non riproduttivo sono socievoli ed a volte capita di avvistare ( con un bel po'di fortuna) qualche stormo.
Nella stagione degli amori vive in coppia monogama e questo legame può durare per sempre; durante il corteggiamento la coppia si scambia carezze sul collo e sul dorso.
Il maschio porta alla femmina il materiale per costruire il nido, in primavera la femmina cova per poco più di un mese 5-8 uova, assiduamente protetta dal consorte, che la sostituisce, quando si allontana per alimentarsi.
I nidi vengono costruiti tra le canne (Phragmites) dove l'acqua è poco profonda; un nido di canne con sopra materiale di vario genere, anche plastica, altri vegetali e piumino.
La coppia nel periodo riproduttivo, diventa aggressiva e se minacciata assume la posizione di difesa, con il collo piegato a "S" e le ali sollevate.
I piccoli lasciano subito il nido ma iniziano a volare verso i 5 mesi, fino a quel momento può capitare di vederli acquattati sul dorso del genitore.
Il volo, a collo disteso, avviene dopo una faticosa rincorsa sull'acqua accompagnata dal sibilo delle ali; questo sibilo viene poeticamente definito "sospiro".
Si alimenta con piante acquatiche, erba insetti, anfibi e piccoli pesci, vive mediamente dieci anni.
Il suo peso - il corpo del cigno, idrodinamico - gli permette di immergersi per strappare la vegetazione sul fondo ed il collo più lungo del corpo gli consente di arrivare più in basso delle altre anatre.
Le zampe sono corte e forti, ad uso del nuoto, nuotare, ma quando si sposta, per brevi tratti, a terra per pascolare è lento e goffo.
In molte zone della Lombardia e del Piemonte viene chiamato cign, in Sicilia cinnu o ciciruni, in Sardegna cignu o sirini, in Veneto signo domestego.
In confronto dei congeneri è uccello silenzioso, ma in primavera, allo stato selvatico,emette qualche nota musicale simile al suono di  una trombetta od una sorta di latrato, e se viene disturbato sibila e soffia come le Oche.
Purtroppo il canto del cigno reale all'approssimarsi della morte è solo leggenda, ci rimane l'illusione che quel canto che ha ispirato musica, poesia e racconti, sia del Cygnus cygnus, il cigno selvatico che muto non è.
Così scriveva infatti un autore nel 1800:  "Questi uccelli - i cigni selvatici - volando fanno intendere colla bocca un fischio o suono uguale a quello di una canna d'organo bene intuonata, ma la voce di uno è in "elamì", quella dell'altro in "cesolfaut", un altro la fa in "almire" cosiché l'unione di questi suoni diversi fa un avera armonia che piace".
Bello il nome in nizzardo di questo uccello: Signe Sauvage.
Non tutti sanno che esiste anche il "cigno di Bewick" studiato ai fini del "riconoscimento del parente"; suo nome scientifico Cygnus columbianus bewicki, questo uccello ha il becco giallo e nero e questa colorazione varia da individuo a individuo, utile per il riconoscimento della parentela. E' stato rilevato infatti che i membri di una coppia hanno maschere facciali differenti, la prole presenta colorazione molto simili. I colori sono dunque una barriera che evita accoppiamenti tra consanguinei.
Nell'Australia meridionale ed in Tasmania troviamo il Cygnus atratus, quello nero dal becco rosso brillante, è uccello crepuscolare.



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