Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
"Storie Che Vanno, Storie Che Vengono"
C'era una volta una storia rinchiusa in un libro che, consumata oramai dall'essere letta e riletta, decise un giorno di lasciare quelle pagine, di esplorare la realtà o perlomeno una realtà "diversa" da quella che "l'autore", chiunque egli fosse e qualunque fosse il nome che la gente gli attribuiva in ogni angolo del pianeta, aveva scritto per lei.
E quel giorno arrivó.
Forse era marzo, forse novembre forse un mese senza un nome con dei giorni tutti uguali senza numeri ne ore.
Un vento leggero e capriccioso giocava con quei fogli tant'è che chi stava in quel momento ancora una volta, per l'ennesima volta, voltando le pagine di una storia già scritta, di una vita già vissuta e con un finale sempre uguale - come quei piccoli treni regionali noiosi nella loro triste puntualità e nelle loro anonime fermate che spostano sempre quelle stesse poche anime disilluse e chine nei propri pensieri - , decise di allontanarsi qualche istante, chissà, forse per noia o forse solo per cercare un cappello per ripararsi dal vento...
Fu allora che la storia del libro prese coraggio. Quello era il momento giusto! il libro era stato lasciato aperto quasi a metà... c'era ancora possibilità di cambiare il destino, di esplorare nuovi finali, di scrivere nuove scene, di incontrare nuovi personaggi, di conoscere nuovi luoghi.
Cazzo! c'era ancora la possibilità di ricominciare a..vivere!!
Con forza, quasi con violenza la storia si staccò dal libro lasciando, ferita, brandelli di parole ancora sanguinanti sui bordi. Il vento le diede nuova energia e, come un'anima che abbandona il proprio corpo ormai privo di vita... si allontanò con passi incerti... verso l'altrove.
Mentre tornava al libro, chi lo stava pochi momenti prima leggendo, vide qualcuno o qualcosa allontanarsi di spalle, come un riflesso in un vetro, come quando fissi il sole, poi chiudi gli occhi e vedi le illusioni danzarti davanti.
Il libro adesso non era più un libro, non era più nulla. Pagine di carta sporche di inchiostro, macchie senza più un senso, senza un odore... senza un perché.
Fu abbandonato lì, così.
Ne fu felice solo il vento capriccioso che continuò chissa per quanto tempo ancora a giocare con quegli inutili fogli di carta.