Contenuti per adulti
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Ho bisogno di riposare.
Sí lo so che é Pasquetta e tutti si impegnano a trovarsi in un modo o nell'altro.
Mi isolo, pensando di allontanarmi dal caos.
Lui però lo sente subito.
E si avvicina.
Mi strattona!
Mi rimprovera di lasciar scivolare la vita.
Si abbarbica sulle mie spalle, tentando di prendermi per sfinimento.
Vorrei scrollarmelo di dosso, oppure distrarmi, qualsiasi cosa per non percepirlo.
Cosí il mio corpo attiva un recente automatismo. Allunga il braccio per afferrare il cellulare, supina l'avambraccio e da lí il dispositivo si fonde subito alle mie cellule per connettersi e estraniarmi.
Scrollo post e storie.
Veloce.
Stop.
Interessante?
No.
Veloce. Veloce. Veloce.
Scrollo lo spazio.
Scrollo il tempo.
Li perdo.
Crolla il mio senso di esistenza.
Che stupido.
Caos, ci sei?
Avevi ragione... ma ti prego, mi serve il tuo aiuto.
La luce del sole, dal balcone, accarezza la mia attenzione.
Si erge a rifugio, con dolcezza.
Mi accomoda sulla poltroncina di paglia intrecciata, scura.
Ha catturato tutto il calore.
Tutto.
Mi siedo a rosolare per bene e torna la coscienza della mia sagoma.
Un odore di grigliata imperla il mio spazio vitale e mi sento a tavola ad aspettare.
Odo canzoni che normalmente non ascolterei, incrociarsi e intonarsi da un balcone all'altro.
"Lasciatemi cantaaare, con la chitarra in maaaano...".
Ora un po' di reggae.
E l'immancabile trap che pompa dagli stereo dei maranza.
Riesco comunque ad apprezzare, sento che é realtà e mi accoglie.
Nessuna invasione.
Non serve difesa.
Le persone chiacchierano.
Risuonano vari dialetti insieme a richieste imploranti dei bambini.
Nessuno é davvero intelligibile e celebro questa rispettosa compagnia che non gode nel saturarmi dei propri affari.
Sono pezzi di intimità.
Piccole rocce colorate, come quella che ho portato a casa dal Landmannalaugar islandese.
Mi riporta lí per un attimo piccolo quanto quella roccia, cosí non ho bisogno di tornare indietro.
Gli uccelli battibecco e i piccioni che popolano i tetti sono gli unici a non far baccano.
Le case non svelano alcun segreto, pur fremendo dalla voglia di spargere zizzania.
Mentre scrivo, penso ai primi incontri con persone che tutt'oggi influenzano la mia vita.
Grazie a loro conosco il prima e il dopo.
Mi viene fame, ora il caldo mi respinge e vorrei sorseggiare un goccio di Beirão.
Quando l'ho provato nel mio viaggio a Porto, mi ha fatto letteralmente perdere la testa.