Felicità

Vorrei narrare quanto m’allieta
la luce chiara che, in questi giorni,
distende il corso suo per il firmamento,
precorrendo l'estate, ove ripongo
le più soavi e dolci fantasie.

Vorrei cantare della meraviglia
del mare al tramonto, quando il cremisi
s’irradia da un sol punto e si confonde
col glauco azzurro dell’immenso cielo,
in un’armoniosa fusione di colori,
che si dissolve nell’apparente calma
del mare, e apre a lieti sogni il varco.

È dolce il respirar a pieni polmoni,
udire il fremito dei clacson sparsi,
e il tumulto confuso del traffico,
tra volti affranti, lassi ed irrequieti,
troppo affaccendati a crear tormenti
dal nulla, nell’inutile agitarsi.

E dolci sono le risa che m’accendo
tra amici sparsi lungo ampie distanze,
tramite WhatsApp, narrando in palestra
la fulgida beltà di chi m’incontro.

E della felicità che m’investì,
quando chi mi è caro, con mente offuscata,
mi porse fumo, e stretto in un abbraccio,
rese breve il cammino delle ore,
troppo esiguo a contener la piena
dell’anima ricolma di emozione.

Così immaginavo che fosse la gioia:
nella semplice e viva percezione
del mondo, che m’avvolge nel suo moto,
nei suoi colori, nelle sue armonie.