gocciola il soffitto

Mi dicono che sono indietro, che sono rimasta a fondo, e che mentre tutti sono risaliti a galla io annaspo ancora con l’ancora incagliata tra i coralli, con gli occhi offuscati dall’acqua salata e una bombola d’ossigeno esaurita.

Mi dicono che io sono quella che è rimasta alla linea di partenza, mentre gli altri hanno già superato quella del traguardo da un bel pezzo.

E mi dicono anche che mentre io sogno di restare immobilizzata nelle sabbie mobili senza possibilità di muovermi, quelli intorno a me sono volati liberi nell’aria, senza avere bisogno neanche di un ombrello, perché tanto si sa che, chi sta oltre le nuvole, la pioggia non la può neanche fantasticare.

Che non abbia mai amato, pensano, ecco sì, proprio così, eppure questo non lo dicono: perché se è vero che il dire viene dopo il pensare e che non sempre si dice ciò che si pensa ma che spesso non si pensa ciò che si dice allora io so con estrema certezza dell’amore più di tutti loro messi insieme.

 E anche se non ho bevuto i caffè dei bar degli amanti, o lettone i fondi aspettando di trovarci un ‘ti amo’, sono più che sicura di essermi insidiata con ogni fibra del mio corpo nel sottopelle di chiunque io abbia incontrato, lasciando un marchio indelebile negli occhi di chi mi ha guardata, o anche di chi si è limitato a non farlo.

Pensano che non abbia mai amato, dicevo, e forse hanno ragione, ma che non si dica neanche una volta che io non abbia mai provato amore, perché lo potreste trovare ovunque: dove sono, dove sono stata e dove non sarò mai.

Ho permeato di me tutte le vostre case e ora vi gocciola il soffitto.