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PICCOLA MUMMIA
Ieri sei tornata a farti ricordare
era il tuo giorno
manifestandosi con i miei incidenti d’acqua.
Ieri non mi sarei ricordato di te
mia piccola di fasce bendate
mai tolte infante qual eri.
Pochi giorni di vita
non potevi che avere
il tuo corpicino non è più grande di due palmi.
Fu quel editore andato poi in rovina
a consegnarti nelle mie ingenue mani
per venderti e lucrare sul tuo infelice destino.
In un piccolo rozzo sarcofago di legno
profanando ancora la tua inquieta sepoltura
uno spettacolo indegno dell’uomo si presentò.
Un piccolo corpo umano dalla testa strappata
avrebbe dovuto riposare per l’eternità
ma un malvagio senza animo mise termine.
Un grido di dolore nella mia testa rimbomba
un grido di rabbia gira sulla Terra
un grido di lamento scava il mio petto e morde il cuore.
Un grido innocente vaga nell’Universo
sento l’eco e il pianto degli altri infiniti universi
perché? perché? perchééééééééééééééééééééééééé?
Ieri sei tornata a farti ricordare
come altre volte hai già fatto
qui a Caltagirone più vicina al Nilo che a Milano.
Come sempre discretamente a me ti annunci
a volte violentemente con l’elemento acqua
mi fa piacere ricordare il mio piccolo infelice essere.
Tu sai che ti sono affezionato e ti amo
tu ava nonna madre negata
tu rappresenti la mia bambina mancata.
Rappresenti tutte le tragedie umane
rappresenti quella Signora dalla lunga falce
innumerevolmente sostituita dalla mano dell’uomo.
Piccola torna ancora a trovarmi
più spesso voglio ricordare amandoti
finché entrambi insieme troveremo pace.
Pasquale Raffaele D’Orlando
Caltagirone mercoledì 14/01/2004