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Eccomi qui, alla soglia dei 50, da sola in una spiaggetta a prendere il sole, mentre ho timore che la mia relazione stia iniziando a naufragare verso il largo, come le precedenti. Mi piacerebbe pensare che l'umorismo e l'ironia salvino il mondo, ma non ne sono più così sicura. Certo, se stamattina fossi in vena, sicuramente ci sarebbe scappata una battuta, visto che sono finita in una spiaggia per signore della terza età: la più giovane è sull'ottantina, eppure stanno bene e si divertono. E chi sa che non sia un messaggio dell'universo che mi dice in codice che anch'io non sono più così giovane, e che la mia vecchiaia la passerò da sola o con le amiche.
E poi a un certo punto, sudata con gli occhi chiusi sotto al sole, senti quel nome che ti riapre un'antica cicatrice sepolta sotto ai sedimenti del tempo: "Eva esci dall'acqua, vieni qui che ti metto la crema". Proprio quel nome, Eva, che mi era balzato in testa come possibile nome per quella bambina (forse) mai nata, che entrò in maniera dirompente nella mia vita per poi andarsene subito, in un battito di ciglia. E l'universo cosa mi vuole dire? Forse niente, forse è solo un richiamo per dirmi che anche se non me ne accorgo, lei è con me, soprattutto nei momenti difficili. Forse è ora che mi fermi con questo scritto; erano solo pensieri, ma scrivere mi dà un senso di benessere: "La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi."