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A volte il legame con chi non c’è più non ha bisogno di parole, suoni o presenze: vive nel silenzio, nella memoria, nei gesti più piccoli. "Il filo dell’anima" nasce dal bisogno profondo di credere che nulla si spezzi davvero, nemmeno l’amore. È un pensiero sussurrato all’universo, un modo per dire che chi ci ha lasciati continua a parlare con noi — anche solo attraverso una stella, un sorriso, un ricordo.
"Il filo dell'anima"
Si dice che, quando il sole tocca le stelle,
le anime nobili brillino in cielo —
di luce propria, parlando tra loro.
Raccontando storie. Le loro storie.
Ognuno di noi ha qualcuno che lo guarda da lassù.
A volte basta alzare gli occhi al cielo
per vedere quella stella che brilla più delle altre.
Altre volte basta un gesto,
un sorriso,
per ricordarci di chi non c’è più.
Quel qualcuno che ci ha amato,
e ora ci osserva:
impaziente, curioso della nostra prossima mossa,
in questo unico gioco che è la vita.
Mi piace pensare che,
anche se non li rivedremo più,
resterà sempre un filo ad unirci.
Un filo che non si vede, ma esiste.
Che se tirato — non si spezza.
Infrangibile…
finché non siamo noi a lasciarlo andare.
Penzolerebbe tra il mare e le stelle,
raccontando vita anche a chi,
di vita, non ne ha più.
Questo è il filo dell’anima
un ponte invisibile
che potremo sempre attraversare.