La banana di Figaro

scritto da Figaro
Scritto 16 giorni fa • Pubblicato 15 giorni fa • Revisionato 8 giorni fa
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Un testo (poesia?) ironico e scherzoso, condito da citazioni e dalla splendida "A se stesso" di Leopardi. Una piccola riflessione sull'amore e sulla vacuità dell'umano destino.
- Nota dell'autore Figaro

Testo: La banana di Figaro
di Figaro

Che poi, se è vero che le cose preziose,
quelle davvero preziose, sono rare,
oppure uniche e devono essere capite,
forse dobbiamo iniziare a credere 
che questa cosa di cui tutti parlano,
che tutti sembrano volere, voglio dire,
l'amore, altro non sia che una banalità.

Se pensiamo a quanti ne nascono
e a quanti ne muoiono ogni giorno,
ai milioni di cuori infranti, agli illusi,
a tutti quelli che credono al destino,
a qualcosa di superiore, al filo rosso,
all'eternità di una forza che, da sola
"move il sole e l'altre stelle".

Sarebbe come se, in un supermercato,
avendo a disposizione qualunque cosa,
decidessimo di prendere una banana,
la portassimo a casa come un cimelio,
pensando che sia rara e insostituibile, 
che sia la banana più bella del mondo:
"Tanto gentile e tanto onesta pare".

Di fatto, però, tutti, come noi, avranno
comprato il dolce frutto per goderlo,
per viverci, per non essere mai più soli, 
convinti di essere unici, i più fortunati,
ad aver trovato proprio quella banana,
quella speciale banana che dà la felicità:
"Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende".

Ma la banana è solo un comune frutto,
non è speciale. Ce l'hanno proprio tutti.
Così finisce per fare l'unica cosa che può:
si affloscia, deperisce, diventa nera, puzza
e muore, come tutto, del resto, come noi,
come tutto quello che è su questo mondo.
"Amor condusse noi ad una morte".

Ed è così l'amore. Un tentativo, come tanti,
dell'uomo di regalare eternità e grandezza 
alle sue fragili, piccole, limitate, finite cose.
Una fantasia che è utile contro l'angoscia
di quel nulla che è prima, dopo e durante
l'illusione della vita, senz'anima e senza Dio.


A se stesso

(Giacomo Leopardi)

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perí l’inganno estremo,
ch’eterno io mi credei. Perí. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
l’ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l’infinita vanitá del tutto.

La banana di Figaro testo di Figaro
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