Da bambina

Da bambina credevo
di essere sola.
Avevo un amico immaginario che mi aiutava nei compiti, a spazzolare denti, mi raccontava le storie che altrove non sentivo.
Sembrava agli adulti bizzarro,
quanto il ciuccio a quattro anni avanzati.
Tutto è andando sparendo di questo.
Con veemenza, senza grazia.
Dovevo liberarmene di certi comportamenti dicevano.
Mi sono adattata senza capirne il senso.
Il mio amico lo abbandonai malamente parlando coi grandi.
Il ciuccio, lanciato giù da un terrazzo.
Dalla mia bocca fin giù nel profondo giardino di casa.
Male, dolore
sentii.

Lo mordevo come mordessi la vita.
La Volevo divorare, volevo sentirmi parte di un qualcosa da cui venivo isolata.
I pasti li consumavo come saetta, manco fossero stati in quel piatto.
Ero vorace.
Volevo capire il mio posto nel mondo.
Nel cuore di mamma e papà.

Tante volte ho chiesto, poche volte mi è stata data risposta.

Dopo anni di rancore sono qui a dirvi che va tutto bene.
Ora vi guardo e vi amo profondamente.
Quello che è stato appartiene ad un passato.
Ed è passato.
Vi voglio bene,
da qui.

Il resto della storia,
In un cuore che ha saputo risolversi.