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Vi racconterò una storia, la storia di una ragazza, forse due due, forse di cento o di mille. Ma a chi importa?
Amelia era nata e cresciuta storta, come un albero di ciliegio che prende poca acqua, come una rosa che prende poco sole. Il problema è del ciliegio e della rosa o dell’ambiente che li circonda? Amelia non troverà mai la risposta a questa domanda.
Amelia era solare, sola, silenziosa, scrupolosa, sfiduciata.
Amelia non credeva più nelle promesse, nel matrimonio, nella felicità e nell’amore. Che poi, che cos’è l’amore? A questa domanda Amelia aveva trovato una risposta. L’amore per Amelia era non sapere dove andassero a finire le ore, i minuti ed i secondi. L’amore per Amelia era guardare la persona che amava e meravigliarsi perché ella era vera dentro un tempo artificiale.
Anna e Amelia si amavano come ragazzine, come se insieme potessero andare lontanissimo, complici di un piano rivoluzionario.
Amelia perse Anna un giorno all’improvviso, forse non troppo all’improvviso ma gli sembrò così. Gli parve che l’amore si costruisse in secoli, anni e ore e che perdere la persona amata fosse un momento, un istante , un secondo. Ma il tempo è il peggior nemico dell’amore, della follia e della serenità.
Da quel giorno Amelia non fu poi così serena, si guardava intorno e pensava a quante facce vuote e tristi avrebbe dovuto incontrare per ritrovare la sua Anna, il suo amore. Ma questo Amelia non lo scoprirà mai.
Il pensiero di Amelia si nutriva di libri, cieli, sensazioni e occhi. Che cos’è un pensiero? Amelia questo non lo sapeva ma pensava che fosse l’istante che intercorre tra uno sguardo ed un altro, l’istante prima di crollare, quello prima di un orgasmo o di un pianto.
Amelia odiava le sue lentiggini, perché? Perché le vedeva come difetti, non importava quanto gli altri gli dicessero che erano belle. Le sculture ed i dipinti insegnavano ad Amelia che la donna perfetta non avrebbe dovuto avere le lentiggini, le statue non hanno le lentiggini. Che poi, perfetta per chi? Per cosa? Per dove? Questo Amelia non lo sapeva, sapeva solo che doveva essere perfetta.