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Era un agosto di fuoco e di sabbia,
il sole bruciava la terra di Spagna,
ma dentro Granada soffiava la guerra,
la polvere nera copriva la Sierra.
Tu che cantavi l’amore e la vita,
con la tua penna più forte di un’arma,
non hai chinato la fronte impaurita,
anche se il buio stringeva la morsa.
Oh, Federico, perché te ne vai,
mentre l’estate accarezza i rosai?
Ma il vento nei campi sussurra il tuo nome,
e il sangue non spegne le rosse stagioni.
Ti presero all’alba, mentre Granada
dormiva stanca, sudata e assetata,
mentre nei campi moriva il grano,
mentre il destino stringeva la mano.
Non c’era un prete, non c’era perdono,
solo il silenzio e un colpo di piombo,
il caldo avvolge la morte e la polvere,
l’estate non piange, ma porta il tuo nome.
Oh, Federico, perché te ne vai,
mentre l’estate accarezza i rosai?
Ma il vento nei campi sussurra il tuo nome,
e il sangue non spegne le rosse stagioni.
E ancora la notte suona chitarre,
sotto la luna danzano ombre,
e tra le foglie di un vecchio uliveto
vive la voce di chi non si arrende.