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Parole… vane parole
lasciate al vento
In una notte di pioggia.
L’anima è sola,
la voce è la mia,
lontano si ode
l’ululato di un cane.
La strada è deserta,
ravviva la notte
il mite ricordo
del trascorso giorno,
sfuggente innocente,
colpevole solo
di dare in regalo
ingenue illusioni
ad un reo sognatore.
Il cuore e la mente
vogliono gridare ancora;
ancora parole,
superflue parole,
per svuotare nel nulla
la dolce malinconia
di quel vago momento.
Inebria all’istante
il profumo di primavera
sapore di vita
che induce la mente
al tempo ormai prossimo
fac-simile 81 fac-simile
di sere più azzurre.
Deturpa il silenzio
un’auto che abbaglia e passa.
Ritorna a poco a poco
la mia dolce poesia.
M’accompagna nel viaggio
la nuova illusione.
La mente vuole immemore
quello strano ricordo.
Tu che ridi e poi chiedi,
io, smarrito tra l’orgoglio e la passione,
sembro un neonato abbandonato al suo destino.