Tragedia

Mi trovai a celare un dolore chiuso
Che col tempo fiorisce e sboccia
O trafigge l’anima in duro abuso

Ma se morte l’ego infine accorcia
Altri si accecano e si credon salvi
Fino alla vita loro, l’ultima goccia.

Signore aiutami: a narrar dei servi
Di gelosia e denaro, dèi muti
Che mostraron lor su l’oro incurvi

A dir per cosa l’amor si son venduti
A tradurre il duro odio in duri versi,
sfregia più me, di lor che son perduti.

le strade eran coverte di fuochi sparsi
E noi festeggiammo su tavoli neri,
Restavan pochi istanti da godersi.

Poi versato l’augurio nei bicchieri
E passati quest’anni di menzogna
finalmente si mostraron per stranieri

Fino a ripudiar senza vergogna
Noi e la madre così malata
Come una regina alla sua gogna

Che si vide da Giuda insidiata
Ho Il pretesto a dir ciò che fu taciuto
Lo scrivo in carta quasi raffinata:

Voi Sareste di pregiato velluto,
Mantello, rassicurante futuro.
Io ,ingenuo, che ormai voi creduto.

Voi siete men d’un lembo scuro,
Caduto da chi vender voi riuscisse
A dar valor al vostro agir impuro.

frequenti a divorar chi voi servisse
Per dovere e fiducia voi riposta,
Così che l’anima vostra si riflesse,

Che per troppo restò da voi nascosta.
Voi vi lascio nell’angolo perduto,
Ed io resto, ora ,con la risposta:

siete straccio, venduto per rifiuto.