Autoilludersi

scritto da Allan Lewis
Scritto 4 mesi fa • Pubblicato 4 mesi fa • Revisionato 4 mesi fa
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Autore del testo Allan Lewis

Testo: Autoilludersi
di Allan Lewis

Un'illusione può salvarti la vita.
L'illusione è capace di rendere felici, di far sopportare l'inimmaginabile. L'illusione va curata e preservata perché duri, e che di lei non si dubiti mai più di un solo attimo.
Io ho creduto a più di un'illusione, alcune durate a lungo e altre anche solo un'ora, ma quei minuti illusori che mistica contentezza.
A volte sono passato da un'illusione all'altra, si perché non sempre si riesce a sopportare la verità e per continuare a camminare bisogna usare ponti di nuvole.
Ho abbandonato l'illusione più grande parecchio tempo fa e subito dopo mi son ritrovato a non aver più nessuno da ringraziare o colpevolizzare in quell’attimo solitario che capita prima di assopirsi la notte, ma con ciò credevo di essere divenuto finalmente un uomo libero, libero di scegliere. L'ho abbandonata perché era diventato impossibile continuare a credervi, perché ogni sua parte era in disaccordo completo con la mia verità. Ormai libero come mi consideravo, ahimè, poi ho seguitato a vivere comunque saltando da un'illusione all'altra, scontrandomi ogni qual volta contro muri di altre e differenti verità.
Ora son qui che scrivo appunto per quello: perché ho appena finito di credere ad un’ultima illusione, perché mi sto chiedendo se vale la pena ancora trovare qualche buona scusa per seguitar a credervi, perché in fondo mi dico: "mal che vada, al massimo, sarò felice ancora per un ultimo attimo."
Ma che accadrebbe se mi rendessi conto che la mia vita non è stata altro che un susseguirsi di credenze in false illusioni, se capissi che la verità tanto cercata e osannata, se questo credere di essere stato temerario nel non accontentarmi di “credere” semplicemente, non avessero portato a nulla, se non all'essere ora qui ancora con questi tremendi dubbi?
Cos'altro potrei fare se non il seguitar a credere e a sperare che anche questa nuova o riciclata illusione diventi finalmente una verità.
Ma se servisse davvero il talento per riuscire in ciò in cui si crede? E se io non ne avessi abbastanza, o neppure un briciolo, cosa ne sarebbe di me? Se tutto questo non fosse che un'effimera, vana aspettativa illusoria e io mi fossi semplicemente auto illuso, tradito dal mio stesso sentire e percepire, che accadrebbe? Se ciò che sento di essere non fosse davvero quel che sono, ma nient'altro che il prodotto di quel che mi è capitato, di ciò che ho vissuto e di quel che mi ha circondato fino ad ora?
Faccio un esempio:
Immaginiamo un ragazzo benestante che cresce in una famiglia di artisti: il padre musicista e la madre scultrice. Questo ragazzo sarà spinto ad ascoltare la sua sensibilità che gli insegnerà a scrutarsi, a capirsi, a far leva sui propri sentimenti e molto probabilmente ad utilizzare tutto ciò per farsi strada nel mondo che dovrà affrontare. Queste saranno le sue armi.
Ora invece proviamo ad immaginarne un altro: figlio di un banchiere e di una fotomodella. Ovviamente i modelli a cui questo ragazzo si ispirerà saranno differenti dal precedente, come senza dubbio anche i valori che ne conseguiranno; probabilmente la sua vita sarà caratterizzata dal lato economico delle cose, o da quello estetico, o da entrambi.
In fine immaginiamone uno figlio di un carpentiere e di una maestra elementare. Quest’ultimo potremmo immaginare che vivrà una vita semplice, impostata sulla concretezza, sul sacrifico e sull’importanza del lavoro.
Potremmo averci azzeccato, oppure no, con ognuno di essi, ma non è questo il punto. Questi erano semplici esempi basati su banali preconcetti per permettermi di rendere l’idea più concreta, quel che forma ciascuna persona è un’infinità di cose, eventi e conoscenze, ci mancherebbe altro che possa bastare la classe sociale per stabilire cosa faremo della nostra vita, ma il punto non questo, il punto è che: non è scontato che il primo ragazzo sia capace di affrontare le proprie sensibilità, come neppure che il secondo sarà capace a far soldi e come neppure il terzo a sacrificare la propria vita nel nome del lavoro, eppure ciascuno di loro, da tutti i personali pregressi sarà condizionato, ostacolato ed ingannato, perché tutti loro non potranno mai vivere al di fuori da sé stessi, immacolati e vergini. Dovranno lottare e rompere ogni loro involucro prima di riuscire a venire davvero al mondo.
Potrebbe anche essere che io creda di avere talune caratteristiche che invece non ho, di avere certi bisogni, certe attitudini, che invece non mi appartengono affatto. Quel che ci spinge è questo in fondo, quel che ci guida, che ci fa rimanere in carreggiata e che fa da carburante al nostro viaggio, è semplicemente questo: sapere chi siamo e cosa vogliamo.Ma se anche questo può essere messo in discussione e possiamo venire ingannati anche da noi stessi, allora tutto questo è desinato a crollare.
E se fossimo sulla strada sbagliata?
Se la meta che ci siamo prefissati fosse incompatibile con noi stessi e i desideri che possediamo non sono veramente i nostri?
Un'illusione può distruggerti la vita.

Autoilludersi testo di Allan Lewis
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