Un Segreto sulla Collina

scritto da Golden
Scritto 2 mesi fa • Pubblicato 2 mesi fa • Revisionato 2 mesi fa
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Testo: Un Segreto sulla Collina
di Golden


Blake viveva da sempre su una collina isolata. La sua casa, una vecchia costruzione di pietra e legno, dominava la valle come un guardiano dimenticato. Attorno a lui, soltanto prati e boschi lontani; nessun villaggio, nessun vicino. Le notti erano così silenziose che riusciva a sentire il vento salire dalla pianura e battere contro le persiane.

Era un’esistenza dura, fatta di lavoro nei campi e giornate interminabili scandite solo dal suono dei suoi passi. Ma era anche un’esistenza vuota. Blake spesso si chiedeva se fosse nato per restare solo, se quella collina fosse una prigione invisibile.

In un'estate di una notte limpida, il cielo sopra la collina sembrava più vasto del solito. Blake, sdraiato sull’erba davanti alla sua casa, osservava le stelle con lo sguardo perso, quando una luce violentissima attraversò la volta celeste. Non fu un bagliore fugace, ma una scia bianca che illuminò la campagna come un lampo muto.

Un boato sordo seguì qualche istante dopo, facendo vibrare il terreno sotto di lui. La luce si spense dietro la collina vicina, e un odore acre di bruciato raggiunse l’aria quieta.
Con il cuore che martellava, Blake prese una torcia e scese nel buio, deciso a scoprire cosa fosse accaduto.

La terra sulla collina opposta era fumante, annerita dal fuoco. Al centro del cratere, qualcosa di irreale: una navicella bianca, liscia, senza spigoli, come un oggetto scolpito in una sostanza sconosciuta. Non sembrava fatta dall’uomo.

Quando Blake si avvicinò, una fessura si aprì con un suono metallico. Dall’interno cadde a terra una figura. Sembrava una donna, o almeno così appariva: pelle chiarissima, capelli bianchi che scintillavano alla luce della torcia, occhi grandi e profondi. Respirava a fatica.
Blake la sollevò tra le braccia senza riflettere, guidato dall’istinto.

Blake nascose la navicella nel vecchio fienile dietro la sua casa, coprendola di teli e fieno. Nessuno saliva mai fino a quella collina: era il posto perfetto per custodire un segreto.
La creatura venne portata dentro casa. All’inizio non diceva nulla, i suoi occhi lo fissavano soltanto. Col tempo, imparò a parlare. Non raccontava da dove venisse, ma ascoltava Blake con attenzione, come se imparasse a vivere attraverso le sue parole.

Gli anni passarono. La collina rimase il loro mondo chiuso, un universo di due anime. Blake non pensava più alla solitudine: la sua vita aveva finalmente un senso.

Passarono vent’anni. La collina vide stagioni scorrere, inverni gelidi e estati aride, ma Blake non era più solo. La creatura era diventata la sua compagna, il suo amore segreto.
Si sfioravano, si stringevano, e nelle notti fredde l'amore dilagava, lei rimaneva accanto a lui, calda e silenziosa. Blake aveva trovato la passione che non aveva mai osato sognare.
Eppure sapeva che quel legame era fragile come il vetro. Non avrebbe mai potuto mostrarla al mondo. La collina era il loro rifugio e la loro prigione.

Una notte, dopo che avevano condiviso l’intimità del loro fuoco, Blake notò in lei uno sguardo diverso: freddo, distante.
Mentre dormiva, un brivido lo svegliò. Aprì gli occhi e la vide sopra di lui, immobile, gli occhi bianchi come la luna.
Non ebbe il tempo di dire nulla. In un istante, la creatura lo colpì. Il suo corpo si spense senza un grido.

 Lei lo guardò a lungo, senza emozione, poi si alzò e lasciò la casa.
La notte la inghiottì. Della creatura dai capelli bianchi non rimase traccia.
La navicella, sepolta nel fienile della collina, rimase dimenticata, muta come una tomba.

La casa rimase chiusa, marcendo sotto la pioggia. I giorni diventarono settimane, le settimane mesi. L’erba crebbe alta attorno alla fattoria, come se volesse seppellirla.

Dopo mesi, quando ormai il corpo di Blake era in stato di decomposizione avanzata, auto nere risalirono la collina.
Gli agenti dell’FBI scesero. L’odore di morte li accolse appena varcata la soglia.

«Cristo santo…» disse l’agente Miller, coprendosi il naso con un fazzoletto.
«È qui da parecchio,» rispose l’agente Ramirez, illuminando col fascio della torcia le pareti sporche. «Direi mesi. Forse più.»
Trovarono il cadavere sul letto, legato, martoriato.

«Tortura,» commentò Miller. «Questa non è una morte normale.»
Ramirez scosse la testa. «Oppure si è fatto tutto da solo.»
«Vuoi dirmi che uno si lega e si massacra fino a morire?»
«Guarda i fascicoli, Miller. Vent’anni di sospetti. Gente scomparsa nella zona, corpi mai ritrovati. L’FBI lo teneva d’occhio da anni. Solitario, isolato… chi meglio di lui?»

Scattarono foto, raccolsero campioni, ma nulla riconduceva ad altro che a Blake stesso. Nessuna impronta, nessun segno d’intrusione.
«È lui,» concluse Ramirez, scrivendo sul taccuino. «Blake Carter, il serial killer della collina. Fine della storia.»
Miller lo fissò, esitante. «E se non fosse lui? Se ci fosse altro?»
Ramirez chiuse il fascicolo con un colpo secco. «Non c’è nessun altro.»

Il caso venne chiuso, e sulla collina calò di nuovo il silenzio.
Il fienile che nascondeva la navicella rimase intatto, custodendo la verità che nessuno avrebbe mai scoperto.
La creatura dai capelli bianchi vagava libera, invisibile al mondo degli uomini.
E Blake, l’uomo che aveva amato e custodito un segreto celeste, rimase solo un nome perduto nei rapporti dell’FBI.

Un Segreto sulla Collina testo di Golden
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