Wikpeba

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Wikpeba...
Il santo Graal ha versato
l'ultima goccia d'assenzio,
ambrosia delle stelle che
genera vita,emozioni
che corrono nell'infinito
in cerca di scintille di meraviglioso
fulgido llucor di un sorriso.

Nel plenilunio sette lupi ululano,
fra gli ulivi strani movimenti,
sette gufi portano cattivo presagio,
ma il pescatore ha gettato le reti.

Wikpeba
inginocchiato ai piedi del sacro monolito
tocca vistosamente
il suo volto smagrito,
intorno a lui nessuno,
solo la sabbia del deserto
che brucia i piedi
e dona apatia,smarrimento,
voglia di guardare il sole in viso
e gridar forte la sua rabbia
con un sorriso.

Wikpeba,
cacciato dalla verde oasi
ha perduto il Paradiso terrestre
e come Adamo
ha vagato,nomade per paesaggi
infuocati empiti di solitudine,
silenzio che turba l'anima
e il pensiero nel timore
che le sue silenti parole
vengano udite e portino disgrazia...
Ha vagato,nomade
per infuocati paesaggi dunosi
dominati da l'arcano mistero
che protegge la sacralità del silenzio
e l'imprevedibilità della morte,
sempre in agguato,
pronta a ghermir gli improvvidi peregrini.

Per oimpagno il suo fido cammello,
un ciuffo d'erba e un fiore
per seminare coi fertili semi
della beltà interiore il Mondo.
Una donna per compagna
con la quale divider la solitudine
e un raggio di sole
per fertilizzare i cuori troppo crudeli
duri come basalto.

Wikpeba
ha alzato al cielo la sua croce di quercia,
su tavole di pietra
ha inciso la sua saggezza
e l'ha affidata al vento impetuoso dei secoli,
a ogni granello di sabbia,
a ogni nuvola
per bagnare il Mondo
con l'amore di lacrime sincere
che vogliono seminare consapevolezza

.
Wikpeba
è il nostro angelo biondo,
il nostro protettore alato
che porta le nostre emozioni per alti cieli
dove la sacralità del silenzio
di impervie cime innevate
si sfuma negli azzurri abbagliati del cielo
accarezzando il volo planato delle aquile...
Oltre alti cieli dove gli orizzonti cosmici
celano i pilastri della creazione,
gli arcani misteri dell'eternità.

Wikpeba
è lo scudo indistruttinile
che ci protegge dal male,
la rondine di un'eterna primavera
che enfatizza il calore e la speranza
di una pace infinita che onora la dignità,
la fratellanza
fra i popoli di questo meraviglioso giardino fiorito
che ci ospita con generosità
con un caloroso sorriso
chiedendo solo un po' di rispetto,
sacri respiri d'umaniita
che infondano gioia,
una luce negli occhi
che si confonde col bagliore del sole
e di candide nuvole
che camminano serene
incontro alla luce metallica di Selene,
incontro a vermigli bagliori
e purpurei incanti
che si mischiano col cobalto.
con l'azzurro del cielo del tramonto.