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AMORE ANGELICO
All’illusione dell’ascoltar parole vane,
riconosciuta l’opportuna via di fuga,
a confermar quel razzolare male
confido a te il mio segreto, gelosa luna.
Confesso. Le mani in petto, il capo chino
son peccatrice, colpevole dell’amor l’amante
poi ti ho scorto, e con profondo inchino
alla Beatrice non assomiglio, folgorato Dante!
del consumarti nel suo dir così sublime
bellezza eterea con angeliche sembianze,
volli distrarmi su ciò che non deprime
passione venerea annullando le distanze.
E dell’attesa, che non so fare mia,
pretesi e volli l’opposto del sentir platonico
all’agognar di una candida e casta litania,
cercai di essere servita di qualcosa di più tonico.
Perdonami se dell’esempio tuo, degna non sono
tu, che per comodità, sposo fosti, di accurata convenienza,
se dalla nobile attrazione al carnale ti fosti concesso l’abbandono
avremmo, anche da te, ben altra forma di servita riverenza.