Coppa Gelato alla Frutta Presto e Male

scritto da Nigel Mansell
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 3 anni fa • Revisionato 3 anni fa
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Autore del testo Nigel Mansell

Testo: Coppa Gelato alla Frutta Presto e Male
di Nigel Mansell

Forse all’inizio, oppure alla fine, magari a metà, dipende infatti da dove inizi a girare intorno al Lago di Varese, sulla sua bella ciclopedonale, ci fermiamo in questo curioso ristoro. Molto meno di una struttura solida in muratura, poco più di una capanna.

Ci accoglie il gestore, un simpatico ultrasessantenne che può ricordare un Pablo Picasso degli ultimi anni, se non fosse per la fitta zazzera bianca di uno scapigliato Einstein. E’ un brillantone, si vuol far voler bene, regala baci di dama e novelle ciliegie.

Ci facciamo convincere dal cartello esposto tra gli altri mille cazzabubboli affissi alla parete in legno: coppa gelato alla frutta!

Viene via per 8 euri, crepi l’avarizia, ci facciamo convincere.

Attendiamo un poco ed ecco servito il capolavoro. Quello che si palesa è un sapiente mix di sciattezza, furbizia e lazzaronaggine, ma forse a modo suo è un tentativo, non compreso, di stupire il cliente. Infatti nel servirci le due coppe e nell’annunciarle come un gran colpo di bravura, il gestore ci sollecita più volte i complimenti, che siamo costretti, nostro malgrado a fargli. Non sopporteremmo di leggere la delusione nella sua espressione che ora si è fatta molto allegra, giocosa e conviviale.

La coppa è servita in ordinari bicchieri, forse conquista di qualche raccolta a punti nel più bistrattato self service di periferia. I bicchieri sono grigi, semiopachi, non penso sporchi, che non fanno che screditarne il contenuto. All’interno, fitta fitta, la frutta tagliata a pezzi, senza valorizzarne il contenuto, ma badando solo a compattarla il più possibile. Si tratta di banane e mele e qualcos’altro che non identifico, il colore bianco per via del vetro, appare un beige, quasi un tortora. Il gelato, sì certo ci deve essere pure quello, è schiaffato in testa alla frutta che già era arrivata al limite del bicchiere. Forse si tratta del contenuto di una coppetta di gelato confezionata, un qualcosa tipo la coppa Tiziana all’amarena della Sanson, svuotata al contrario a far da tappo al tutto.  Il gelato sta lì in cima ancora congelato, come una bombetta troppo piccola, sulla testa di un uomo dalla testa troppo grossa.

Osserviamo questa coppa gelato esterrefatti, ma non troppo perché c’è il rischio che la massa del gelato si sciolga e scivoli sulla cerata, diciamo vintage, che copre il tavolo.

Senza indugi estraiamo dalla confezione trasparente, di cui siamo stati dotati, le posate in plastica, tentando di arpionare con la forchetta i pezzi di frutta, facendo attenzione ai noccioli di due o tre ciliegie inserite a caso tra l’eterogeneo conglomerato. Il proposito è di svuotare progressivamente il bicchiere dalla frutta, per far posto al gelato, comprimendolo poi nel bicchiere, negli interstizi così venutisi a creare.

Infine l’impresa ci riesce e vediamo così il fondo grigiastro del bicchiere.

Ribattezzo subito il pezzo di bravura, come la “Coppa Gelato alla Frutta Presto e Male”!

Coppa Gelato alla Frutta Presto e Male testo di Nigel Mansell
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