Laura, non quella del Petrarca

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Pasquale Raffaele D'Orlando, Artista Universalista
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Testo: Laura, non quella del Petrarca
di Universalista

LAURA, NON QUELLA DEL PETRARCA

 

LAURA

ti ho sognata pochi minuti fa

mi ero disteso stanco sul divano

immediatamente ho preso sonno 

mi sono svegliato quasi di soprassalto

mi avevi sorriso e parlato per la prima volta

dopo settantaquattro anni che ci siamo conosciuti

a Urbino per cinque anni nella Scuola d’Arte 

io quindicenne e tu poco meno e bellissima.

 

In due collegi diversi eravamo

tu a pagamento custodito dalle suore

io in Casa di rieducazione per togliermi dalla strada

dopo la guerra sotto gli occhi vigili degli agenti di custodia

per la morte di mio padre sostentamento della famiglia

per me tempi molto duri sono stati disciplina ferrea

dovendo seguire regolamenti niente libertà

tu per il perbenismo io per non diventare

un possibile pericoloso delinquente.

 

Immediatamente l’amore in me scaturì

colpo di fulmine silenzioso e segreto

potevo solo guardarti non parlarti

eri una classe indietro alla mia

occasioni poche per vederci

credo che anche tu provassi ciò che io sentivo

quell’amore struggente della giovane età

ti sognavo tutte le notti abbracciandoti

al risveglio stringevo il mio cuscino.

 

Pianti e lacrime per l’amore impossibile

almeno non possedevo questo diritto

mi era precluso per la situazione

sofferenza sfogavo con l’arte

tristezza ogni momento mi assaliva

destino infame costretto a sopportare

l’amore ideale viverlo eppure destino era

per ripiego ho fatto sesso a più non posso

purtroppo mancavi a soddisfare la mia mente.

 

Ogni modella che dipingevo pensavo a te

nel segreto del mio animo ti nascondevo

la tua immagine e di mia madre tenevo

mi hanno fatto sopportare tutti gli anni

la difficile gestione di collegio duro

studiavo imparavo un mestiere

nella vita dovevano servire

conoscevo il mio destino

accettarlo era tortura.

 

Questa mattina presto mi hai sorriso

a dir la verità

era tempo che non ti pensavo più

non per eliminarti

le faccende della vita impegnano

portano a dimenticare

rassegnazione non è delusione

ho voluto distruggere

ma tutto inutile ho solo sofferto.

 

La vita di un artista è sofferenza

sono andato anche in Africa per vivere

lontano da te sapendoti sposata

non di più ho potuto avere tue notizie

la sfortuna ci tiene a separarci

ora come ora vivo con l’amaro in bocca

le nostre età migliori son passate

se per fortuna ci potessimo incontrare

solo da buoni amici si tratterebbe.

 

La tua dolce immagine con le trecce nere

ogni volta che studiavo il Petrarca

era per me grande sofferenza

tu ricordi certamente

il bacio che ti avrei dato

in cima al torricino del Ducale

per esprimere quanto ti avrei amato

ma passai veloce accanto a te perdendomi

senza poter dirti niente di quanto volessi amarti.

 

Alle nove e quaranta mi sei venuta in sogno

non avevi più le trecce che ti distinguevano

né la carnagione ambrata per conoscerti

ma eri proprio tu dopo una vita passata

d’amore impossibile e sacrificato

non è chiaro il sogno dell’ultimo momento

di un attimo forse dichiarando che m’amavi

non s’è concluso mi sorridevi con buon umore

si sono accesi i ricordi e mi chiedo: qual è il perché?

 

Pasquale Raffaele D’Orlando






Senna Lodigiana 28/05/2025 ore 16,40

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