Libertà o schiavitù.

Opprimere la libertà altrui, per soddisfare le proprie aspettative, le proprie necessità, può essere un'atto inconscio e no, di percezione dei doni che l'altrui persona possiede, come grande potenzialità inespressa, molto visibili a coloro che hanno premura a sopprimere, e poco visibili a coloro che la possiedono. Costoro difendono bene la loro falsa libertà, acquisita al prezzo dell'altrui servitù. Si nota bene come abbiano a cuore i propri agi, non curanti delle sofferenze altrui. E coloro che per abitudine cedono il diamante della loro felicità, non curanti, si chiedono il perché delle loro disgrazie, quando in cuor loro è chiaro come il ciel sereno d'estate, Che cedendo pezzi di libertà, si cedon pezzi di felicità e vita non vissuta. Quelli che combattono per acquisire l'altrui servitù, fanno bene attenzione, affinché nel cuore di chi cede, non ci sia il ben che minimo segno di fierezza d'essere. Costoro osservano e agiscono violentemente per difendere ciò che è a loro caro, come gufi sporgono il loro sguardo, ed ignari di cosa sia la libertà, giustificano ogni loro gesto, rendendo colpevoli coloro che al primo segno di ribellione, cercando di rivendicare la libertà perduta,o meglio ceduta, per mancanza di Valore d'animo, si convincono per mani meschine, di essere autori del male, non avendo risposto nemmeno a misura del male ricevuto. Coloro che fanno del male non entreranno nel regno dei cieli, e chiudono le porte anche a coloro che vorrebbero entrare, ma che riconoscendo come autorità costoro, che per autorità farebbero già grande danno a governare se stessi, si escludono dal ricevere ciò che gli è destinato. E che dovrebbero difendere senza esagerazione alcuna, a costo della vita.