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In sogno mi è apparso il mio gatto
Polifemo era il nome che aveva
era rosso, scontroso e un po' matto
ma l'affetto lui non lo fingeva
si mostrava al tramonto assonnato
sospettoso guardava un po' in giro
e se del cibo mi ero scordato
ritornava altezzoso al ritiro
nel fienile o in qualche altro posto
con il passo di chi ha già deciso
che la vita ha comunque il suo costo
non si miagola per un pugno di riso
Lo sapeva che andavo a cercarlo
con la carne levata al mio piatto
“Questo umano dovrei perdonarlo
tra gli umani è il mio solo contatto
quasi quasi gli faccio due fusa
non di più, poi si monta la testa
è venuto per chiedermi scusa
non starò certo qui a fare festa"
Solo in sogno ha trovato la forza
di mostrarsi acciaccato, ferito
ribadendo dei gatti la scorza
“Non soffriamo davanti all'amico
ti ho sentito chiamarmi per giorni
ero steso tra il mandorlo e il pero
ti vedevo cercar nei dintorni
e ho voluto lasciarti il mistero
Starà bene? Sarà ancora felice?
Sarà andato in un posto migliore?
Degli umani la storia ci dice
preferiscono il sogno al dolore
Oggi sono trascorsi tre anni
troverai solo il laccio di cuoio
e il sonaglio, per non fare danni
io lo tenni silente.. e oggi muoio
nel tradire il mio orgoglio felino
però tu mi somigli e non sbaglio
come me tu nascondi il destino
non ti vedo agitare un sonaglio