Genesi di una storia

scritto da Suomiblue
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Testo: Genesi di una storia
di Suomiblue

Ok, questa è la tua storia, ho capito. Sei tu la scrittrice, il creatore e tutto il resto. Ma io sono il protagonista, il personaggio principale. Quello di cui parla la storia. Quindi io e te dobbiamo parlare.

 

Mi fermo davanti alla porta della stanza 351. So che dovrebbe essere chiusa a chiave, ma lo stipite scheggiato e un centimetro di oscurità che si intravede mi dicono che non lo è più.

Tiro indietro il mio cappello, mi gratto la testa, guardo avanti e indietro nel corridoio scarsamente illuminato, notando la carta da parati sbiadita e la moquette consumata. Questo caso è già un rompicapo, e continua a peggiorare.

La scena del crimine è un disastro, il peggiore che abbia mai visto in tutti i miei anni da detective. Il genere di cose che spinge un uomo come me a una dipendenza per tutta la vita dal conforto liquido, se capisci cosa intendo. Lo stato del corpo... non riesco a immaginare chi possa fare una cosa del genere a un altro essere umano. O almeno non mi va di farlo.

Ma risolverlo è compito mio, e tutti gli indizi portano qui, in questo appartamento economico in una zona squallida della città.

Solo che evidentemente non sono il primo ad essere stato qui...

Spingo indietro l’impermeabile, liberandomi la strada verso la pistola nella fondina, per ogni evenienza. Poi apro delicatamente la porta con la punta della scarpa, un centimetro alla volta.

Quando non sento nessun rumore, la apro completamente e mi infilo dentro, facendo attenzione a non rimanere sulla soglia - in controluce rispetto alla luce del corridoio - per più di un secondo.

C'è sicuramente qualcosa che non va in questo posto, ma prima che io possa capirlo, sento un rumore di passi rapidi e una figura esce barcollando dall'oscurità...

 

Perchè ti sei fermata? Cosa c'era di sbagliato? Lo ammetto, ero nervoso. Volevo vedere cosa succedeva dopo. Come? Sono "troppo stereotipato"? Il detective duro e alcolizzato è già stato utilizzato fin troppo spesso? Bene. Prova qualcosa di più originale, allora.

Comando: Elimina.

 

Mi fermo nel corridoio fuori dalla stanza 351, cercando di vedere oltre la scarsa illuminazione, la carta da parati scadente e la moquette consumata. Detesto posti come questo, così diversi dal bel quartiere di periferia che chiamo casa. È noioso e deprimente, proprio come tutto ciò che riguarda questo caso.

Quasi non riuscivo a guardare le foto della scena del crimine. Non riesco proprio a immaginare cosa possa aver spinto qualcuno a fare una cosa del genere. Non voglio nemmeno immaginarlo. Voglio solo che questa indagine finisca.

Andiamo bene... la porta è rotta, la serratura è stata staccata via dallo stipite. Possibile che qualcuno abbia dimenticato la chiave?

Oppure... qualcuno si è introdotto con la forza? E se... e se fossero ancora lì dentro?

Mi guardo alle spalle. Forse dovrei chiamare rinforzi? O tornare un'altra volta?

 

Per carità, basta così. Capisco che non vuoi che io sia un eroe stereotipato, ma ti prego, non trasformarmi in un debole esitante. Voglio dire, chi vuole leggere di un protagonista che si tira indietro ogni volta che pensa di essere in pericolo? Dopotutto, stai scrivendo un thriller noir.

Cosa? Ah, è questo il problema? L'ambientazione e il tono sono tutti sbagliati? Vuoi provare qualcosa di diverso?

Aspetta un attimo: credo di sapere cos’hai intenzione di fare...

Comando: Elimina.

 

Il mio navigatore palmare mi conduce alla porta 351 degli alloggi privati. Mi fermo, guardo avanti e indietro nel corridoio, le barre luminose fioche e tremolanti illuminano a malapena il rivestimento del ponte deformato e le paratie macchiate e consumate. Questa parte dell'Habitat Orbitale 217 di Europa ha visto giorni migliori.

Ma è qui che mi ha condotto la mia indagine ufficiale sull'incidente segnalato, e non sono altro che un efficiente agente investigativo cyborg. Per quanto inquietante possa essere la scena del crimine per l'umano che è in me, la mia parte-macchina farà giustizia, non importa quanti esseri organici comuni dovrò vaporizzare per farlo.

I miei sensori ottici rilevano un'anomalia: il tastierino numerico di questo Quartiere Residenziale è stato manomesso e la serratura è stata disabilitata. Qualcuno, o qualcosa, è stato qui prima di me.

O forse è ancora qui.

Questo mi riempie di un senso di... attesa. Emozione.

Attivando il mio Local Disruptor integrato, interagisco con i comandi e il portale si apre scorrendo.

 

Aspetta, aspetta, sono confuso. Sono un detective, un agente delle forze dell'ordine? O sono una specie di cacciatore di taglie, una macchina assassina, un robot assetato di sangue?

E riguardo alla nuova ambientazione… beh certo, un'ambientazione fantascientifica può essere meravigliosa, ma...

Ah, giusto. Ricordo. È solo un esercizio di scrittura, no? Sei in uno di quei portali dove tiri fuori idee, dove provi a lanciare qualcosa contro il muro per vedere cosa resta attaccato. Beh, io per primo non...

Comando: Elimina.

 

Esito sulla soglia del negozio del Sommo Mago, dilaniato dall'indecisione. Stringo la chiave con una mano sudata e lancio una rapida occhiata al corridoio. Nient'altro che la pietra polverosa, striata di sporcizia, accoglie il mio sguardo ansioso.

So che non dovrei essere qui, non dovrei nemmeno pensarci. Rubare qualcosa al Sommo Mago è una follia, un crimine per il quale può esserci una sola punizione. Ma non è una questione da poco. Il mio migliore amico è accusato di un crimine che non ha commesso, e rischia di passare il resto della sua vita in una cella fredda e buia. Per riabilitare il suo nome, devo risolvere il Dilemma dello Stregone e reclamare come dono il Cristallo della Verità.

E per farlo, ho bisogno della conoscenza segreta e proibita nascosta in questa stanza. Mi ci sono voluti giorni per trovare la chiave, e il tempo stringe. Devo farlo ora, o perderò la mia occasione.

Ma mentre cerco a tentoni la serratura, la porta si muove, aprendosi con un gemito. Impossibile, penso. C'è solo una chiave, e ce l'ho io. Come è possibile che ci sia già qualcuno qui?

Ancora una volta, mi guardo alle spalle. Il corridoio è ancora silenzioso e vuoto, fiocamente illuminato da torce tremolanti. Posso ancora voltarmi indietro, sono ancora in tempo a dimenticare tutto questo...

Poi raddrizzo le spalle. No. Non abbandonerò il mio amico al suo ingiusto destino.

Prendo un respiro profondo, apro ulteriormente la porta e mi infilo nello spazio.

Una volta dall'altra parte, però, mi rendo conto di aver commesso un errore, perchè l'oscurità stessa davanti a me inizia a ribollire e a contorcersi...

 

Beh, accidenti, è una svolta radicale, da un thriller noir ad un fantasy, però c’è un potenziale notevole...

Ehi, aspetta un momento, sto parlando. Non puoi continuare a riscrivermi. Sono il protagonista! Sono io il motore e l’anima della storia! Non ho forse voce in capitolo sul tipo di storia che...

Come dici? Vuoi tenere questo? Finalmente hai trovato qualcosa che ti piace?

E va bene, vediamo se può funzionare.

Comando: Salva.

Genesi di una storia testo di Suomiblue
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