la felicità non esiste

scritto da martam_
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 3 anni fa • Revisionato 3 anni fa
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Testo: la felicità non esiste
di martam_

L’uomo fin dagli albori, ha sempre perseguito la felicità, facendo di tutto per ottenerla; essa è un tutt’uno con il piacere materiale, legato alla percezione dei sensi. Ma cos'è realmente la felicità? Il piacere rimane un’aspirazione, un qualcosa di irraggiungibile in quanto esso non può compararsi con la felicità; esso non è eterno e non è immenso, ma tutte le cose per cui l’uomo prova piacere sono circoscritte e limitate, destinate a finire. Ciò che non ha limiti per durata è il desiderio di questo piacere; l’uomo per tutta la sua vita desidera il piacere che poi lo condurrà alla felicità, esso si immagina un tipo di desiderio infinito che però, quando si scontra con la terribile realtà delude le sue aspettative. Questo perché viviamo in un mondo dove il piacere è limitato, ma no il suo desiderio, infatti l’anima amando il piacere e volendo arrivare alla felicità, immagina e abbraccia tutta la parte infinita di questo sentimento, concependo un’immagine illimitata di ciò che desidera. L’uomo desidera una cosa, la desidera così tanto da realizzare nella sua mente un’immagine perfetta di essa, ciò gli provoca un profondo piacere astratto e illimitato. Quando poi l’uomo ottiene ciò che desidera si interfaccia con un piacere circoscritto, con la realtà limitata che non corrisponde a ciò che aveva immaginato; ciò provoca un enorme senso di vuoto nell’anima, in quanto quel desiderio che avevi non viene soddisfatto. Anche se il piacere realizzasse il desiderio, comunque non sarebbe eterno in quanto tutto è destinato a finire, a trasformarsi, a eliminarsi e il piacere a poco a poco svanisce, o perchè cambiano le nostre inclinazione e quindi ciò che ci procurava piacere dopo un periodo di tempo non ci fa più effetto. Da qui la consapevolezza che non esiste un’autentica felicità, ma bensì essa è semplicemente frutto della nostra mente, e che il desiderio del piacere alla fine soddisfa più del piacere stesso. Questo perché l’uomo desidera sempre di più, va oltre anche alle sue capacità, o a ciò che si può permettere, ma ciò non fa che aumentare la sua insoddisfazione e la sofferenza per il mondo finito. L’essere umano è sempre alla ricerca della felicità, di un qualcosa da chiamare felicità, perché crede che una volta ottenuta tutto il dolore e le sofferenze svaniscano, ma non è così, anzi il voler continuamente ambire a un qualcosa di superiore, di infinito, di eterno ci provoca ancor di più la sofferenza che cerchiamo di scacciare. Quando l’uomo capirà che non esiste un’autentica felicità, non avrà più quest’afflizione, imparerà a non farsi alte aspettative che non possono essere realizzare del tutto, ma semplicemente vivere giorno per giorno accettando e prendendo tutto ciò che ha, senza porsi continuamente la domanda “Sono felice?” perché proprio in questa domanda trova vita l’infelicità.
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