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C’è un pozzo in mezzo ad un campo.
Nessuno lo guarda mai.
Non ha il secchio, non ha la carrucola. Solo un buco, profondo, scuro, umido, dimenticato.
Io ci vivo dentro.
Non so bene da quando. Forse da sempre.
Ogni tanto qualcuno si affaccia, ma non per parlarmi.
Per sputare. O per gettare dentro parole come pietre.
“Sei troppo sensibile.”
“Te la prendi per niente.”
“Non è successo nulla.”
"Non ti abbiamo fatto niente!"
"Sei tu che sei sblagiato."
"Perchè la pensi così? non vedi che sei diverso?"
“È solo nella tua testa.”
“Fai sempre la vittima.”
“Non sai stare al mondo.”
“Cresci un po!”
“Non è colpa mia se sei fatto così.”
E quelle pietre fanno male. Più male delle pietre vere.
Perché non si vedono, ma restano.
Echeggiano dentro di me.
E a forza di sentirle, cominci a crederci.
Ti chiedi se davvero sei sbagliato, se il dolore che senti è un difetto, se il silenzio che scegli è solo un modo per non disturbare.....
Ti chiedi se il pozzo sei tu.
Se sei nato così. Vuoto, profondo, inascoltato.
E quelle pietre mi fanno sempre più male.
Non si vedono, ma restano, riecheggiano.
E ogni volta che provo a risalire, mi scivolano sotto i piedi, le parole degli altri.
Quelle dette per ferire.
Quelle dette per noia.
Quelle dette senza pensare.
Quelle dette per sentirsi migliori.
Quelle dette per non ascoltare.
Quelle dette per chiudere in fretta.
Quelle dette per non dover restare.
E io inciampo.
Scivolo.
Resto giù.
Io che invece penso sempre troppo....
A volte mi chiedo se il pozzo sono io.
Ma poi sento un rumore, arriva qualcuno!
Alzo lo sguardo.
Ancora una volta.
Con quella speranza che non vuole morire, anche se dovrebbe.
Forse stavolta sarà diverso.
Forse qualcuno si affaccerà per dire qualcosa di vero, di gentile.
Ma invece no...
Un altro sasso. Un’altra frase.
E capisco che no, non sono io.
È il mondo che ha disimparato a parlare.
O forse ha imparato troppo bene a usare le parole come spade.
Io non ho più pelle. Solo silenzio.
E dentro di me un desiderio assurdo: che qualcuno, un giorno, si affacci e dica solo: “Ti vedo.”
E resti lì con me senza lanciare niente.