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“L’elefante va mangiato a fette”
C’era il panico nei miei occhi in quei giorni , e tu col tuo fare così calmo ,a volte quasi irritante ,mi hai abbracciato ,mi ha guardato e mi ha detto questa frase.
Per un secondo ho creduto di non essere sola ,ingenuamente mi sono immaginata noi seduti attorno al tavolo a dividerci il peso delle cose che ci stavano travolgendo.
Ho chiuso gli occhi e ho respirato…neanche il tempo di riaprirli e mi sono accorta che ero seduta sì ,ma da sola .
Da quel momento ho sentito dentro di me la responsabilità e il compito di finire di mangiare da sola.
Non è stato facile , c’erano giorni in cui mi sentivo sazia, guardavo quel piatto e mi sembrava impossibile da finire, altri in cui ogni forchettata creava un caos nel mio stomaco e volevo solo vomitare.
Non nego che ci sono stati momenti in cui avrei voluto alzarmi e scappare;questi ultimi però venivano alternati da istanti in cui la rabbia e la delusione mi rendevano ingorda, mi tenevano legata a quella sedia.
Le persone che amo e che mi amano si sono sedute accanto a me , mi hanno stretto la mano ,mi hanno imboccato, e anche se alla fine il piatto avrei dovuto finirlo da sola loro non mi hanno fatta sentire sola mai.
Ammetto che mi ci sono voluti tanti bicchieri d’acqua perché alcune cose erano davvero difficili deglutire, ma ad oggi posso dire che di quel elefante è rimasto poco e niente.
Non sono ipocrita ,quindi non mentirò sul fatto che se ad oggi mi guardo da fuori mi vedo ancora seduta a quel tavolo.
Non riesco a distogliere lo sguardo da quel maledetto piatto che molto spesso avrei voluto spaccarti in testa o lanciarti contro ma che ora,seppur vuoto mi ricorda che tu non ci sei più.