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Quel bacio rubato dietro una colonna
di Piazza Plebiscito,
ricordo il nostro danzare tra pizze
e mandolini
tra babà e gelsomini.
Un giorno a Napoli
in un angolo dell'universo conosciuto,
eravamo liberi
esseri imberbi sugli spigoli dei verbi:
amare, desiderare, plasmare.
Seduti sulla riva della coscienza
un attimo di malinconia, ricordi?
fotografia di chi resta a guardare
un tramonto a Mergellina,
e la bambina dentro te che giocava
con le sue fantasie,
una carezza sulla via dei bisogni
e i sogni adagiati sulla sabbia
della nostra memoria.
Seguimi dicevo, ricordi i veicoli
di Spaccanapoli, vecchi palazzi,
antichi ragazzi che cantavano:
torna a Surrient.
Una preghiera
nella chiesa del Gesù Nuovo,
s'apprestava Natale, i presepi
quasi viventi di San Gregorio Armeno,
un altro bacio, dicevo: perlomeno,
e il Cristo Velato ci commosse
con le sue membra di carne e marmo.
Adesso inchiodati a questo tempo
facciamo le fusa guardando
quei giorni intrisi di mistero,
e quello che eri, e quello che ero.