Gallo selvadego

scritto da giorgiog1
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Viene l'inverno e il francolino reclama cibo...sono ben 81 giorni che le "repentagliate" imposte sono chiuse.
- Nota dell'autore giorgiog1

Testo: Gallo selvadego
di giorgiog1

Il suo nome comune, Francolino di monte significa secondo il Savi, la franchezza della sua vita.
E' un uccello che più che altro si sente, molto improbabile vederlo, e ancor di più fotografarlo.
Quindi se siete fotgrafi naturalisti alla prime armi dedicatevi al più tranquillo pettirosso o ai più comuni, maestosi ma lenti, aironi.  
Oppure, dedicate a questa ricerca un pò di tempo della vostra vita ed assumete il Francolino di Monte come metafora di un impegno che non ha scadenza e presuppone un continuo miglioramento e soprattutto consapevolezza delle proprie capacità.
Mi raccomando, non dategli un' immagine, e lasciate che sia la vostra fantasia e un pò di poesia delle catene alpine, a disegnarlo, in un ibrido tra fagiano, quaglia e pernice. 
Andrea, detto Camoscio, vive in Valsassina e sulla "farina del suo sacco" non possiamo dubitare.
Scrive: "Molti fotografi naturalistici non capiscono il valore di certi scatti, non sanno cosa vuol dire fotografare un Francolino di Monte in Italia, è come cercare un ago in un pagliaio .... pochi esemplari, schivi , silenziosi ( anche nel periodo degli amori emanano un fischio leggero );  il fatto è che vivono nel bosco ed difficile ndividuarli, uno scatto ben riuscito, vale mattinate di sacrifici!
Già, solo vedere il Francolino di monte e' un miracolo, figuriamoci fotografarlo.
La maggior parte delle foto che si trovano sul Web sono scattate in nord Europa o Euroasia, quelle scattate  in Italia si contano sulle dita, io l'ho visto un paio di volte, fotografato una volta sola!"
Altre foto, pubblicate sul web, sul francolino di monte sono state scattate nel Parco naturale Adamello Brenta.
Merita menzione anche una foto, nel sottobosco innevato, scattata da "Andnol" che così  scrive "Il Francolino di Monte è ormai una rarità, quasi del tutto scomparso nelle Alpi occidentali qualche soggetto in più in quelle orientali, poterlo vedere e fotografare è stata una grande emozione, non ci credevo quando l'ho visto nel mirino, fotografato in Val di Non a 1600 metri. Condivido con voi la mia grande soddisfazione, spero vi piaccia".
Avrete sicuramente capito che non è una "cattura fotografica facile" quella di questo piccolo Tetraonide, perchè è un uccello molto schivo e di difficile osservazione; alla volte si intuisce la sua presenza soltanto per i suoi richiami e per il frullio delle ali.
"Tetrastes bonasia" è il suo nome scientifico e glielo diede Linnaues nel 1758, appartiene all'ordine dei Galliformi, famiglia dei Tetraonidi.
Fasanot in Piemonte, francolin in Lombardia, gallo selvadego in Veneto, 
Grévol in spagnolo, gélinotte des bois in francese, hazel grouse in inglese, haselhuhn in tedesco.
ll Benoit asseriva di averlo visto nelle parti meridionali della Sicilia, e propriamente nelle pianure che si estendono tra Caltagirone e Terranova.
Era presente anche in Toscana importato dalla Sicilia dalla famiglia Medicea, ce lo dice il Doderlein.
Specie rara e già nel 1872 vi era una studio intitolato "On the extinction in Europe of the Common Francolin".  
Il canto viene emesso dal solo maschio: una serie ravvicinata di fischi sibillanti ad alta frequenza ( per questo non sempre facili da udire) emessi con tonalità discendente; il richiamo del maschio è un "ti-ti-ti-ti" mentre la femmina modula un "tettetettetettet" . 
Il francolino vive soltanto sulle Alpi - è uccello abbastanza comune su quelle Centrali ed Orientali mentre nelle Occidentali nidifica sporadicamente in Val d'Ossola, sopra i 600 m. -  ama il bosco folto con una predilezione per i boschetti misti di conifere e latifoglie, con abbondante sottobosco, specialmente in calanchi umidi ed incolti, dove crescono rododendri e bacche selvatiche.
Il corpo di questo uccello è rotondeggiante, la testa piccola, ha un piumaggio color grigio rossiccio con macchie più scure all'apice delle copritrici, sopracciglia di colore rosso prominenti, la femmina è più chiara del maschio.
Il maschio ha la gola nera contornata di bianco. Le femmine invece hanno la gola marrone con leggeri segni bianchi; in entrambi i sessi è presente una corta cresta di penne sul capo.
E'uno dei membri più piccoli ed aggraziati della sottofamiglia dei Tetraonidi.
Si nutre di gemme e fiori di latifoglie in primavera;  in estate ed in autunno frutti (fragole e lamponi) e bacche; in inverno aghi di conifere ed altri vegetali. Rimanendo posato a lungo sugli alberi riesce a sfuggire a volpi, mustelidi e rapaci; riesce anche a spostarsi camminando sui rami.
A differenza del faggiano di monte, quando avverte un pericolo non si accovaccia ma si alza in volo, comportamento simile a quello dei semplici  fagiani. 
Fugge con un frullio di battiti d'ali e dopo aver virato tra gli alberi, atterra in fretta.
Specie solitaria durante il periodo degli amori, diventa erratico dall'autunno alla primavera; in tale periodo i francolini si raccolgono in piccolo gruppi che si spostano da una località all'altra del bosco andando di monte in monte alla ricerca di cibo.
Nella primavera i gruppi si sciolgono e si formano le coppie nuziali, il corteggiamento avviene soprattutto sul suolo forestale sbattendo le ali o compiendo brevi saltelli.
Il maschio è monogamo, molto territoriale, già dall'inverno, e difende la propria femmina anche con violenti scontri; durante le parate nuziali emette un fischio acuto ed esibisce una cresta di penne erettili.
In aprile-giugno nidifica sul terreno, la femmina depone mediamente da 5 a dieci uova in una piccola buca del terreno, spesso alla base di un tronco e  le cova per circa tre settimane;  le uova sono caratterizzate da colori mimetici, per potersi confondere il più possibile con l'ambiente. 
Una nidiata non arriva mai completa all'autunno poichè ha per nemici oltre che i temporali di fine primavera le faine, le martore ed i serpi.
Durante il periodo della cova i maschi stanno lontani, torneranno, quando i piccoli saranno cresciuti,  insieme con la femmina, verso pascoli più ricchi.  
I pulcini al momento della schiusa abbandonano il nido e seguono la madre alla ricerca del cibo.
Nel mese di luglio i giovani prendono il volo; in autunno hanno già compiuto la prima muta e sono pronti a formare, insieme con gli adulti, gruppi di varia entità che condurranno vita erratica sino alla venuta della buona stagione.
Come tutti i tetraonidi sofffre molto dei cambiamenti climatici, come l'aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai.
Altri fattori di minaccia sono costituiti dalla inadeguata gestione forestale e da un accresciuto disturbo antropico. 
Ha la carne più prelibata di ogni altra selvaggina, si dice, per sua sfortuna, che sia anche afrodisiaca, specie se accompagnata con un buon bicchiere di barolo; nel settecento i montanari portavano questi carnieri alle cucine dei nobili e dei prelati veneziani ed in cambio ricevevano una moneta d'oro chiamata appunto l'osella.
Il richiamo del maschio può assomigliare alla frase " tre, tre,tre-tretre"
Ci racconta il Salvatori che con questo richiamo pare si metta lui stesso la "taglia sulla vita" di tre tari, moneta che corrispondeva presso a poco a un franco e venticinque centesimi.

Gallo selvadego testo di giorgiog1
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