Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Tanto infedele e scaltra pare
Tanto infedele e scaltra pare
la donna mia quand’ella ride e mente,
che chi la mira e l’ode favellare
la crede angelica, cortese e ardente.
Ma l’occhio mio, che stolto fu sì a lungo,
or vede chiaro il giogo amaro e tristo:
non era amor, ma inganno sozzo e fungo
ch’ha fatto il cor più lurido che visto.
Come hai potuto? Io t’ho tanto amata,
non t’ho lasciato sola né negletta,
di tutto il ben t’ho fatta maritata,
ma in vil peccato hai l’anima costretta.
Dimmi, che manca? Di che hai difetto?
Son buono d’animo, ma non scemo di testa,
e tu con lui ti sei fatta diletto,
svergognandoti e dandomi gran tempesta.
Non hai rossor? Non hai dignitate?
Non ti raccapriccia l’onta scarlatta?
Or porti sul volto il peso e le nate
mendaci carezze ch’io credea caste e fatte.
Io me ne vo’, ché più non voglio doglia,
che meglio è solo che darsi a tal doglia.
Nota dell’autore:
In questo scritto esploro il tradimento da una prospettiva di consapevolezza e disillusione. Il protagonista, dopo aver amato e dato tutto, si rende conto dell’inganno e, tra dolore e ironia, decide di allontanarsi per ritrovare se stesso.
Nota dell’autore:
In questo breve scritto, ho voluto esplorare il tradimento da una prospettiva di consapevolezza e disillusione. Il protagonista, dopo aver amato e dato tutto, si trova a fare i conti con la realtà dell'inganno. Il dolore si mescola all’ironia, mentre il tradito, preso coscienza, sceglie di allontanarsi, ritrovando se stesso e la sua dignità. Il tema del tradimento non è solo emotivo, ma anche psicologico: il conflitto interno e la decisione finale di allontanarsi diventano un atto di forza e di liberazione.
Tanto infedele e scaltra sembra
Tanto infedele e scaltra sembra
la mia donna quando ride e mente,
che chi la guarda e la sente parlare
la crede angelica, gentile e ardente.
Ma i miei occhi, che sono stati sciocchi a lungo,
ora vedono chiaro l’amaro inganno:
non era amore, ma una lurida bugia
che ha reso il mio cuore più sporco che mai.
Come hai potuto? Ti ho tanto amata,
non ti ho mai lasciata sola né trascurata,
ti ho dato tutto il bene che potevo,
eppure hai scelto di macchiare la tua anima nel peccato.
Dimmi, cosa ti mancava? Cosa non andava?
Sono buono di cuore, ma non stupido,
e tu con lui ti sei data al piacere,
disonorandoti e gettandomi nel tormento.
Non provi vergogna? Non hai dignità?
Non ti pesa sul volto l’onta del tradimento?
Ora porti addosso il peso e il segno
di quelle false carezze che credevo sincere.
Me ne vado, perché non voglio più soffrire:
meglio stare solo che legarsi a un dolore simile.