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NATALE IN CASA CUPIELLO – DI VINCENZO SALEMME
INCORAGGIAMENTI ED INCERTEZZE
Quando si inizia l’avventura di interpretare un pezzo di fondamentale importanza per la storia del teatro, l’errore critico più comune è di avere in mente il testo originale e metterlo a confronto con la nuova proposta.
A Salemme che ha tutti i titoli per compiere questo tentativo, giovanissimo ha recitato con Eduardo, lui lo ha scelto e ha parti significative sia ne “Il cilindro” sia nella seconda versione “ de “Il sindaco del Rione Sanità” entrambe datate 1978, questo progetto ha rivelato il coraggio ed alcune perplessità.
Tento di spiegare in breve: si pensa che l’ardire bestemmiatorio sia far interpretare una commedia napoletana ad un non napoletano. Ma è folle, allora Pirandello non sarebbe mai potuto essere recitato da Rossella Falk e Romolo Valli e gli attori italiani non avrebbero mai potuto dare prova di valore interpretando Dostoevskij, Tolstoj e Gogol, le stesse commedie di Eduardo non avrebbero potuto avere partecipazioni importanti quali Monica Vitti, Valeria Moriconi, Paolo Stoppa e Rina Morelli.
Il punto è di mettersi in competizione sulla bravura di battute improvvisate fuori testo o fuori contesto nella fattispecie il gioco della chiave e l’applauso chiamato su “tua madre non serve”
La sua proposta consiste nello svuotare l’opera di caratteri tragici e di contrasti familiari proprio il fulcro della commedia in contrapposizione alla bontà imposta del Natale. Per trovare la bontà in noi, affinché la fanciullesca ingenuità di Luca Cupiello non si perda del suo contenuto poetico e che quest’ultimo non faccia dimenticare l’urgenza del dover affrontare i problemi senza tapparsi gli occhi e le orecchie.
Salemme ha invece scelto la leggerezza, non un errore di valutazione ma di animo, pur conoscendo bene i testi ha inspiegabilmente cercato la farsa, cercando di essere primo attore di una compagnia francamente poco significativa, peccato soprattutto per Concetta ma anche Luca e Ninuccia (casa Surace è contenuto diversissimo) ne risentono pesantemente.
Per paradosso l’unico brandello di seria macchietta è il portiere della casa, personaggio piccolissimo che regala un sorriso nell’amarezza (questo si doveva personalizzare ciascuno a suo modo) offrendo un caffè da una macchinetta che non riesce ad accontentare tutti.
Salemme ha creato da farse o sketches con Paolantoni e Sarcinelli cortometraggi che poi sono diventati film anche poetici nel finale come “Ho visto le stelle” o spaccati di contraddizioni moderne come “SMS sotto mentite spoglie”
Per “Natale in casa Cupiello” pur apprezzando il coraggioso tentativo e l’impegno rispettoso della compagnia, serviva che ciascuno appoggiasse il cuore secondo la propria sensibilità, senza trasformazioni o performances particolari per strappare un applauso o una risata in più.
Ciao da Antonio