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Non eri un mostro, babbo.
Non alzavi le mani, non urlavi parole taglienti.
Eri solo lontano,
seduto nella stessa stanza
con gli occhi fissi su un punto che non ero io.
Una forchetta caduta faceva tremare il pavimento,
una risata troppo alta poteva spezzare il giorno.
Io trattenevo il respiro
contavo i battiti,
aspettavo che tu alzassi lo sguardo
e mi vedessi.
Ho imparato presto a meritarmi l’amore.
Voti alti
compiti perfetti,
persino il neroazzurro dell’Inter
indossato come una medaglia sul petto.
“Guarda, babbo, ho segnato un gol per te”
dicevo dentro di me,
ma tu non venivi ai colloqui,
non chiedevi cosa sognassi
non sapevi che volevo fare la scrittrice
o viaggiare fino alla fine del mondo.
I ricordi belli sono così pochi
che li tengo in una scatolina di latta,
come bottoni spaiati.
Una gita al mare,
una mano sulla spalla per un istante,
una fotografia dove sembri quasi sorridere.
Il resto è assenza,
un posto vuoto a tavola,
una sedia che nessuno occupa più.
Poi è arrivato nonno Bruno
Con lui non dovevo essere brava
Bastava esistere.
Mi prendeva in braccio
mi raccontava storie di guerra e di pace,
mi guardava come se fossi già grande.
Lui è stato il padre che il destino mi ha prestato
per non lasciarmi orfana del tutto.
Con te non ho mai smesso di provare.
Ti ho portato la spesa
ho contato le tue pastiglie,
ho tenuto la tua mano febbricitante
come se quel gesto potesse riscrivere gli anni.
Ho sperato sempre,
che un giorno avresti chiesto
“E tu, come stai davvero?”
Quest’anno la porta è rimasta chiusa.
Non per odio, babbo.
Per salvare la bambina che sono stata,
quella che correva gridando “babbo, babbo”
ogni volta che suonava il campanello,
convinta che fossi tu.
La porto con me ora,
le tengo la mano,
le dico che non deve più aspettare.
Ti amerò in silenzio,
come ho sempre fatto.
Da lontano
Senza bussare.
Senza chiedere l’abbraccio che non è arrivato.
E l’amore che non mi hai dato
l’ho imparato a darmelo da sola
ogni mattina,
ogni lacrima inghiottita,
ogni volta che scelgo di non chiudere il cuore
agli altri.
Quella bambina di dieci anni
non è più sola.
Cammina dentro di me,
protetta,
finalmente vista.