Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
L’insegnante di scrittura creativa mi ha detto:
“Non sottovalutare il potere della parola scritta. Se c’è qualcuno a cui vuoi domandare scusa, o condividere sensazioni o sentimenti fallo, prima che sia troppo tardi”
E così, approssimandomi a terminare il corso di insegnante Yoga, ho pensato di tracciare le mie sensazioni e i miei sentimenti riguardo a questa disciplina che ho scoperto forse tardi, ma sempre in tempo per amarla ed apprezzarla.
Tutto è cominciato più di sette anni fa, per caso, ma sono convinta che niente succeda per caso; perché fin dalla prima lezione ho riscontrato in me un cambiamento nel corpo, nella mente e nello spirito, impercettibile prima, sempre più concreto poi.
Come se un interruttore, per tanto tempo spento, finalmente si fosse acceso e tutto all’improvviso fosse diventato chiaro, limpido, luminoso; in realtà la corrente c’era già dentro di me, ma nessuno fino ad allora aveva acceso l’interruttore per fare tutta quella luce.
E devo alla mia Maestra, Baljit, e a tutte le persone con cui condivido questa esperienza, l’accensione di quell’interruttore che finalmente ha irradiato quel bagliore che mi ha permesso di scoprire un nuovo mondo che a me sembra di avere già conosciuto in qualche luogo e in qualche tempo lontano. Più andavo avanti e più volevo praticare, entrare sempre di più nella conoscenza, camminare sulla strada dell’illuminazione, della scoperta dell’essenza umana più profonda.
E quando finalmente mi sono affrancata dagli impegni lavorativi, ho provato il grande desiderio di approfondire non solo la pratica ma anche la teoria, la filosofia dello Yoga per lasciarmi ammaliare da quella misteriosa ma meravigliosa lingua e da quei melodiosi suoni che sono alla base della disciplina.
Baljit ha accolto e compreso i miei sentimenti e mi ha sapientemente guidato nel percorso ricco e prodigo di nuovi orizzonti, nuove scoperte, affascinandomi, trasportandomi, come solo la musica sa fare.
Tutto si è allora magicamente ricomposto, come tessere che vanno a completare un puzzle; tutto si è ricollegato, riunito in un ordine, in una precisa collocazione e dove prima c’era il Kaos, ora c’è il Kosmos.
So bene che il percorso non ha mai fine, e tanta strada devo fare ancora, ma mi sento come una casa in costruzione che ha solide fondamenta e per questo crescerà forte e stabile.
Ho affrontato temi per me difficili perché sconosciuti, mi sono approcciata a persone in difficoltà, che, mentre recitano un mantra, con le loro voci stentate e malate, mi hanno trasmesso la loro sofferenza che è diventata la mia sofferenza, è stato un altro tuo dono, Baljit.
Perché il dolore, come la gioia, non è di uno solo, ma di tutti, siamo piccoli frammenti di un’unica entità e la pratica Yoga ci permette di riunirci ad essa, di sentirci tutt’uno con l’energia e il suono primordiale dell’Universo, di aprire il nostro cuore, spesso pigro e noncurante, alla comprensione e alla compassione verso noi stessi e verso chi ci circonda.
L’energia dello Yoga è il soffio vitale, il “pneuma” degli antichi Greci. È il respiro di ciascun uomo che incontra il respiro di tutti gli uomini, di tutta la terra, di tutto l’Universo.
Per questo, Baljit, ti dico grazie, grazie per avermi aperto questa porta e per avermi con pazienza e dedizione accompagnata in questo percorso appena iniziato, spero di averti sempre accanto, come Maestra a cui ispirarmi, come guida, come un faro che protegge dalla tempesta e illumina il buio nel mare della vita.