Marco non è depresso

scritto da Paolo Del Nero
Scritto Un anno fa • Pubblicato Un anno fa • Revisionato Un anno fa
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Autore del testo Paolo Del Nero
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Ringrazio Alfieri, per avermi insegnato i valori del titanismo. Ringrazio mio fratello, per avermi amato, e avermi lasciato con amore. E ringrazio Marco, che non esiste, se non nel suo valore. È il testo a cui tengo di più, spero sia apprezzato
- Nota dell'autore Paolo Del Nero

Testo: Marco non è depresso
di Paolo Del Nero

Marco era depresso, ma non proprio depresso depresso…no….lui era triste, o almeno questo diceva lo psichiatra. Marco aveva un calo dell’umore, una piccola depressione reattiva al massimo, ma no, lui era tutto a parte che effettivamente depresso. Niente che non si potesse risolvere con qualche pillola all’occorrenza, in fin dei conti non era un caso patologico, così dicevano. Marco non sapeva essere felice da diversi anni ormai, aveva attacchi di panico, di ansia, ma per fortuna non era depresso. Marco era triste, e questo agli altri bastava, anche se a lui non piaceva molto. Alla fine siamo tutti tristi, quindi perché lui stava peggio? Non lo capiva, non sapeva neanche cosa avesse, lui sapeva solo di essere triste, e come già detto, agli altri bastava.

Dopo un po’ sono noiose le persone tristi no? Perché non fanno semplicemente qualcosa per tirarsi su il morale? E poi Marco non era depresso, una soluzione la poteva sempre trovare, quindi non è colpa degli altri se dopo un po’ si sono stufati di lui. Ma non proprio stufati…questa è cattiveria, non si abbandonano i propri cari…però bisogna pensare anche a sé stessi ogni tanto no? Se qualcuno è una presenza così negativa nella nostra vita dobbiamo perlomeno allontanarci un po’, o magari ci contagerà. Tutti hanno il diritto di divertirsi, anche Marco ce l’aveva, quindi se qualche volta non l’hanno invitato a uscire, o hanno fatto esperienze senza di lui, non era mica colpa loro. Ma per fortuna lo psichiatra ci aveva visto giusto, Marco non era depresso, era solo un po’ giù. Marco era completamente capace di riprendersi la vita nelle proprie mani, doveva solo far quel passo in avanti. Alla fine a volte è normale che una persona non abbia più la forza per alzarsi dal letto, di lavorare, di conoscere nuove persone. È normale, questo gli dicevano, anche quando perse il lavoro. Ma come biasimare il suo capo…Marco in quel periodo era davvero così pigro…

Così, una mattina, Marco si fumò una sigaretta in balcone, la vista era proprio piacevole. L’alba era così lucente e così fredda, davvero una dolce cornice per la sua malinconia. E poi, Marco all’improvviso capì, lo capì per davvero. Lui era solo triste. Così sorrise al sole, come se si stessero guardando l’un l’altro. Finì la sua sigaretta, godendosi ogni tiro come fosse una boccata d’aria fresca. E infine, si tagliò quelle fottute vene, contento che d’ora in poi non sarebbe mai più stato triste. Se solo fosse stato depresso…peccato.

Al funerale andarono tutti, i suoi vecchi amici, il suo psichiatria, il suo psicoterapeuta. Erano tutti così penosamente tristi e dispiaciuti. La madre non aveva mai visto un funerale con così tante persone, fu strano, ma era così. Tutti lo compiangevano, eppure nessuno capì l’ironica verità: Marco li aveva mandati a fanculo tutti, e solo il sole può ricordare la soddisfazione che c’era nel suo sguardo. Marco aveva vinto. Quel bastardo si era ammazzato con gioia, mentre quei poveri diavoli piangevano la sua scomparsa. Marco adesso non è più triste, e se esistesse un paradiso, lui sarebbe lì, affacciato dall’alto dei cieli, con la consapevolezza che almeno per una volta, per una singola e rivoluzionaria volta, aveva mandato a fanculo il mondo.

Marco non è depresso testo di Paolo Del Nero
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