Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
C’era un taxi, uno solo, che di notte girava sempre con la luce accesa.
Non aveva una compagnia, né un tassametro funzionante. Nessuno sapeva da dove venisse, né dove tornasse.
Aveva solo una regola: ogni volta che qualcuno saliva, la luce sul tetto si spegneva.
Non era un segnale di disponibilità. Era un invito.
Chiunque aprisse quella portiera entrava in un tempo sospeso, dove non si chiedeva dove si andasse, ma da dove si stesse fuggendo.
C’erano quelli col cuore rotto, quelli con gli occhi che avevano visto troppo, e quelli che non parlavano, ma piangevano solo col respiro.
L’autista non parlava mai.
Guidava.
E bastava.
Si racconta che chi è salito su quel taxi, sceso in un punto qualsiasi della città, abbia poi trovato il coraggio di cambiare qualcosa — o qualcuno da amare, o qualcuno da lasciare.
Forse era un taxi dell’anima.
Forse la luce non si spegneva: si trasferiva dentro chi saliva.
Da allora, in certe notti, qualcuno giura di vedere ancora una luce accesa che gira tra i viali…
Ma bisogna essere pronti per vederla