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Non è successo tutto insieme.
Non c’è stato un risveglio improvviso.
Né una luce a illuminare la via.
Solo il silenzio.
E una stanchezza che mi ha scosso dentro.
Dopo l’ultima volta, dopo quella conversazione, sono rimasta ferma.
Immobile.
Come se ogni parte di me stesse cercando di capire chi fossi senza di lui.
E ho scoperto che non lo sapevo più.
Che mi ero persa a forza di rincorrerlo.
Che nel tentativo di fargli spazio, avevo tolto il mio.
Ma nonostante tutto… non so odiare.
Non voglio cancellare.
Perché anche nei giorni più bui, ho provato emozioni.
E le emozioni – anche quelle che ti fanno sentire sbagliata – lasciano tracce.
Radici sotto la pelle.
Adesso provo a respirare.
A camminare senza cercarlo in ogni volto.
A smettere di controllare il telefono.
A resistere all’impulso di scrivergli anche solo “Come stai?”
È dura.
Ci sono giorni in cui il mondo mi sembra troppo grande.
E io, troppo piccola per affrontarlo da sola.
Ma poi ci sono anche istanti, brevi ma veri, in cui mi sento… libera.
Più leggera.
Come se una parte di me stesse tornando.
Non so dove mi porterà tutto questo.
Non so ancora come si fa a ricominciare.
Ma so che voglio provarci.
Che merito di esistere.
Che merito di essere scelta.
E per farlo, devo prima ritrovare me.
Abbracciare le mie ferite, i miei vuoti.
Accettare che guarire non è un traguardo, ma un percorso.
Sono ancora qui.
Con le mani sporche di dolore e il cuore cronicamente fragile.
Ma cammino.
Un passo alla volta.
E forse un giorno, non so quando, mi sveglierò e non sentirò più il peso del suo nome.
Non avrò più bisogno di fingere.
Forse un giorno mi vorrò di nuovo bene. In un modo nuovo.
Sano.
Forse un giorno mi perdonerò per il male che ho inflitto a me stessa.
Forse un giorno mi perdonerò per il male che ho inflitto a chi mi ama veramente.
Ma oggi no.
Oggi imparo a stare con me.
Ad ascoltare i miei silenzi.
Ad accogliere le mie paure.
A bastarmi.
A volermi.
A ricominciare senza le briciole di te.
Il resto, forse, verrà.